Sotto paga! Non si paga!
Con: Marina Massironi, Antonio Catania, Marina De Juli, Renato Marchetti, Sergio Valastro
Regia di Dario Fo; scene e costumi di Dario Fo; musiche di Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Teatro Valle 14-26 Ottobre
Commedia molto divertente dal retrogusto amaro. Attualissima la trama ma con una impostazione decisamente anni 70. Un gruppo di donne, esasperato dal caro vita, decide di fare una spesa ‘proletaria’ pagando il prezzo ritenuto giusto e non quello imposto dagli speculatori del supermercato. Sullo sfondo mariti operai, licenziamenti e cassa integrazione.
Nonostante l’adattamento della storia ai nostri giorni, con divertenti battute sulla attuale situazione socio-politica, si capisce perfettamente il peso politico ed il fortissimo impatto che dovevano avere Dario Fo e Franca Rame nel passato. La storia potrebbe essere stata tranquillamente scritta oggi, senza bisogno di riattualizzarla, ma la carica emotiva e la forza dirompente sono tipiche di quegli anni passati che difficilmente torneranno.
Gli attori sono deliziosi; Marina Massironi interpreta la massaia (Antonia) che fa la spesa proletaria all’insaputa del marito Giovanni (il bravo Antonio Catania) che contrarissimo all’esproprio si ritroverà a sua volta coinvolto in una ‘spesa’ poco lecita. Molto bravi i co-protagonisti Marina de Juli e Renato Marchetti, novelli sposi nella commedia e rispettivamente interpreti dell’amica e complice della Massironi lei, e operaio collega di Catania lui, in procinto di essere cassa integrato. Sergio Valastro interpreta diversi ruoli in maniera brillante e divertente. I dialoghi sono davvero preziosi, ricchi di spunti esilaranti e pungenti.
La genialità dell’autore si ritrova in dialoghi surreali, che fanno della rappresentazione una vera commedia dell’arte con tutti gli escamotage ed i trucchi per dire quello che si vuole senza peli sulla lingua e divertendo oltremodo lo spettatore. La raffinatezza ma al contempo lo spirito giullare di Dario Fo escono prepotenti durante tutta la rappresentazione. Molto bello il finale, che invita gli spettatori ad essere attori attivi e non passivi del loro tempo, con scenografica chiarezza.
Interessante notare che nel passato la rappresentazione dell’opera originale “Non si paga! Non si paga!” a Milano, diede vita a numerosi assalti ai supermercati per cui numerose donne furono arrestate. Il PM, durante il processo, chiese l’incriminazione di Dario Fo come ispiratore dell’evento. Il giudice, dopo un lungo silenzio, rispose al Pubblico Ministero più o meno con queste parole: “Certo, se noi si dovesse applicare la logica secondo cui è concesso, anzi ritenuto legale, punire gli autori di teatro e di cinema, nonché i romanzieri, che si siano permessi di prevedere azioni drammatiche, fino a spingersi a descriverle magari con fantasia realistica, di questi liberi pensatori dovremmo riempire le nostre carceri e riprocessare anche gli autori defunti, a cominciare da Shakespeare a Molière e di seguito Rousseau, Defoe, Swift etc. etc.” (citazione dal blog di Dario Fo e Franca Rame).
Ancora una volta il premio nobel Dario Fo ci ammalia, ci diverte, ci pungola.
Recensione by Lisa