Ott 302008
 

LoZì, con Mimmo Mancini; di Mimmo Mancini e Pietro Albino Di Pasquale; regia di Enrico maria Lamanna

★★★★½

MimmoMancini.jpgUn’ora e un quarto di spettacolo divorato con gli occhi e con le orecchie. L’attenzione completamente presa da questo attore che interpeta i più disparati ruoli nel monologo rappresentato al Teatro dell’Angelo. La locandina recita “quando il riso sgorga dalle lacrime il cielo si spalanca” ed è proprio così!
LoZì è un monologo divertente su un tema delicato. E d’incanto il tema delicato si trasforma in vita quotidiana da saper vivere con estrema semplicità, da saper accettare senza troppi se e troppi ma. La storia è quella di Benito, uno ‘strepiato’ o come oggi si dice di un diversamente abile. Ma la storia è anche quella di suo fratello Vittorio, mago improvvisato, costantemente al suo fianco. E la storia sono i personaggi che, dalla nascita alla morte di Benito, gli sono accanto o in diversi modi incrociano le loro vite con la sua. Il punto di vista è ogni volta quello di un diverso personaggio, di cui però Vittorio tiene le redini, essendo lo spirito narrante.
L’intreccio è avvincente nel suo andare avanti e indietro nel tempo, nel descrivere personaggi vicini e lontani, vivi e morti in un continuo trasformismo dell’attore, come in un puzzle, i cui pezzi piano piano si ricompongono per dare l’immagine finale. Mimmo Mancini, grandissimo e di straordinaria bravura, interpreta tutti i personaggi senza cambio di scena e senza cambio d’abito. La sua mimica è eccezionale ed in ogni momento ci trasporta nell’io del personaggio interpretato.
Il monologo è una sinusoide di stati d’animo; dall’esilarante comicità si passa alla più seria introspezione, a volte amara, a volte fredda e lucida riflessione sul genere umano.
LoZì, vuole essere una dedica a tutte le persone che sono o hanno a che fare con i diversamenti abili. Recita Mimmo Mancini nella locandina: “ L’ignoranza è molto più pericolosa della disabilità stessa, fa molti più danni ed io ho voluto fare qualcosa…” E qualcosa l’ha fatta, ci ha regalato una splendida rappresentazione spostando l’attenzione da noi stessi a chi è uguale a noi ma in modo diverso.
In platea erano presenti varie persone diversamente abili, e tutte erano entusiaste della rappresentazione. Viene da chiedersi come sia essere diversamente abile ed assistere a questa rappresentazione. Ma poi ci si accorge che la domanda è estremamente sciocca. Quando assisti ad una rappresentazione, o leggi un libro, o vedi un film, e trovi un personaggio in cui ti riconosci sei solo contento che ci sia qualcuno come te, sei solo contento di non essere un solitario ‘incompreso’ ma uno spirito libero che fa parte di questa società.
Uno spettacolo magnifico, che ci auguriamo possa ripetersi ogni anno ed avere un pubblico sempre più numeroso. Se lo merita davvero.

Recensione by Lisa e Francesca

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