Roma, teatro Sala Umberto, dal 15 al 27 maggio 2018
Le Bal, di GIANCARLO FARES Coreografie, ILARIA AMALDI
con Giancarlo Fares, Sara Valerio Alessandra Allegrini, Riccardo Averaimo, Alberta Cipriani, Manuel D’Amario, Vittoria Galli, Alessandro Greco, Alice Iacono, Francesco Mastroianni, Davide Mattei, Matteo Milani, Pierfrancesco Perrucci, Maya Quattrini, Patrizia Scilla, Viviana Simone
Una balera, tante musiche, incessanti danze e le eterne schermaglie di otto coppie: è tornato al Sala Umberto di Roma “Le Bal”, diretto da Giancarlo Fares, con le coreografie di Ilaria Amaldi, rimasto in scena fino al 27 maggio. Si tratta di uno spettacolo particolare, che descrive in modo poetico, frizzante, a volte intenso e spesso lieve, il periodo storico che va dal 1940 al 2001.
Il tutto si gioca sulla fisicità degli interpreti e sulla capacità evocativa delle canzoni, dei balli, delle ambientazioni; sulla scena non si proferisce parola, perché la mimica facciale, le espressioni del corpo, i costumi e, soprattutto, le coreografie, permettono agli spettatori di trovarsi, o di ritrovarsi, nelle epoche e negli avvenimenti che hanno fatto la storia: la Seconda Guerra mondiale, gli anni Sessanta della rivoluzione musicale, i Settanta delle cantine e della droga, gli Ottanta della “Milano da bere”, fino agli anni seguenti, al crollo delle torri gemelle.
Sedici attori e attrici fanno rivivere sul palcoscenico le mode di quei tempi e le vicende amorose, le situazioni caratteristiche delle coppie; il tutto in un colorato e incessante andirivieni che solo raramente, per esigenze sceniche, diventa buio e rallentato.
Il format è d’oltralpe – ideato dal francese Jean Paul Penchenat – e trasporta il pubblico nella storia italiana attraverso le canzoni più rappresentative, dalla Tremarella di Edoardo Vianello, ai Ragazzi dello shake di Gianni Morandi, da L’Uomo per me di Mina a I will survive di Gloria Gaynor, per arrivare ai Pink Floyd e a Franco Battiato, passando per le canzoni di Raffaella Carrà, di Adriano Celentano, dei Rolling Stones e di Gino Paoli. Ce n’è per tutti i gusti ed è piacevole rivivere le proprie emozioni attraverso i brani e le suggestioni dei tempi passati. Si dimentica di stare a teatro e viene spontaneo accennare un ritornello, oppure seguire il ritmo battendo le mani o muovendo i piedi, lasciandosi trascinare dalle evoluzioni degli attori-ballerini. A fine spettacolo è garantito il coinvolgimento degli spettatori più entusiasti, che possono danzare in platea con i protagonisti della scena.
recensione di Daniela Delli Noci