Roma, Teatro Vascello, 14 marzo 2011
Dopo Leo Gullotta e Javier Girotto, ecco un nuovo appuntamento, un nuovo singolare abbinamento tra artisti eclettici ed originali che di certo non mancherà di sorprendere il pubblico del teatro Vascello: il ‘citofonista’ di Raitre Andrea Rivera incontra il cantautore livornese Bobo Rondelli.
Di sicuro ne vedremo e ne sentiremo delle belle, da questi due menestrelli fuori dal coro e dagli schemi, lontani dalle logiche dello showbiz ed accomunati dal saper parlare al cuore ed alla pancia del proprio pubblico.
L’irriverenza politically incorrect di Andrea Rivera incontra il pirata dei circoli anarchici, il principe delle case del popolo Bobo Rondelli. Molti sono i punti di contatto tra i due: lo spaziare tra teatro-canzone con ricorrenti incursioni nel sociale e la poesia irriverente e scanzonata, l’esibirsi in beata e perfetta solitudine avendo la capacità di ‘reggere la scena’ da veri animali da palcoscenico, il parlare schietto e diretto che caratterizza le loro performances dal vivo.
Se per il pubblico romano gli incontri con Andrea Rivera sono piuttosto frequenti e comuni, di certo non capita spesso di vedere dalle nostri parti Bobo Rondelli, molto attivo in Toscana ma poco visibile a sud di Grosseto; il protagonista di un bel documentario di Paolo Virzì dal titolo ‘ L’ uomo che aveva picchiato la testa’, in cui ne vengono tessute le lodi da artisti del calibro di David Riondino, Nada e Stefano Bollani, che alcuni ricorderanno anche nel film ‘La prima cosa bella’, sempre di Virzì, Rondelli artista atipico ed anticonvenzionale, mai disposto a scendere a compromessi e proprio per questo poco noto al grande pubblico, può a pieno titolo essere considerato un artista di culto ed il vero erede del grande cantautore livornese Piero Ciampi, di cui probabilmente verrà presentato qualche brano.
I due promettono davvero scintille, la combinazione è davvero curiosa ed originale; non mancheranno poesia, musica e sorprese, ci aspettiamo pertanto una serata memorabile assolutamente da non mancare.
Fabrizio