Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi, 14 febbraio 2010
Per il Festival della nuova danza “Equilibrio” appena concluso all’Auditorium di Roma, la pluripremiata danzatrice canadese Louise Lecavalier ha presentato due lavori intensi e sofisticati.
Io spettacolo si apre con la rivisitazione curata dalla stessa danzatrice di una coreografia di Edouard Lock, fondatore della compagnia La La La Human Steps di cui la danzatrice canadese è stata la punta di diamante per quasi vent’anni. Louise Lecavalier afferma di aver sentito il desiderio di riavvicinarsi ad una coreografia che 10 anni prima aveva già danzato e amato, per capire se una danza del passato può parlare ancora al presente. La risposta è senza dubbio affermativa, il duetto dal titolo “A few minutes of Lock” in onore appunto del coreografo, è asciutto, essenziale, di grande difficoltà tecnica ma mai noioso. La musica splendida di Iggy Pop ne sottolinea la totale astrazione da una qualche situazione narrata. La danza non dice ma evoca stati d’animo, ricordi, situazioni che il pubblico interpreta nell’assoluto piacere della propria descrizione.
Il secondo tempo è un lungo assolo, ed è decisamente Nuova Danza. La coreografia “‘I’ is Memory” di Benoit Lachambre, pur essendo ormai datata 2006, porta delle innovazioni stilistiche e induce a riflettere su cosa significhi danzare. Il tutto ha inizio con un corpo che si veste ad una velocità che rasenta il ralenty, e con la stessa lentezza trova un suo posto nello spazio dove danza in totale assenza di estetica, e con dinamiche che ricordano i corpi perduti nello spazio cercando nuovi e improbabili equilibri. Il movimento non è più controllato dalla mente ma si irradia al corpo da una diversa e più profonda coscienza dell’Io. Bellissimo, nuovo. Il corpo è un non-corpo o addirittura qualcosa di altro; il tutto immerso in una totale calma e assenza di pathos che come dice la stessa danzatrice avvicina questa danza alla meditazione. La musica composta per l’occasione da Laurent Maslé è circolare e ipnotica, e rende ancora più profondo ed efficace il dilatarsi del tempo che perdura in un eterno presente.
L’assolo dura 47 minuti e lo spettatore è totalmente preso da nuove estetiche corporee che a tratti si incarnano e a tratti si smaterializzano per poi andare verso un finale dove la velocità prende il sopravvento su tutto il resto.
Louise Lecavalier è assolutamente perfetta. Forte ma incorporea, capace di danzare con estrema lentezza e omogeneità del movimento ma anche di vibrare su ritmi velocissimi sottolineando con il corpo l’avvicendarsi delle varie pulsazioni della musica.
Recensione di Claudia Pignocchi
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