Roma , Cavea Auditorium Parco della Musica, 30 luglio 2015
Piange il cuore a vedere poco prima che lo spettacolo “Evolution” cominci, che la metà dei posti nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma è ancora vuota. Vuol dire che quei posti non sono stati venduti, perché non è possibile che ci siano così tanti ritardatari.
Lo spettacolo è stato molto bello, forse addirittura il migliore che il direttore artistico di questi grandi eventi tersicorei Daniele Cipriani abbia portato a Roma. E allora perché così poco pubblico? La risposta sta sicuramente nel prezzo del biglietto veramente troppo alto… Aggiungiamo il caldo terribile che ha fatto scappare dalla città chiunque se lo potesse permettere e il fatto che la danza classica non ha più una folta schiera di seguaci, ed ecco spiegato il parziale flop di partecipazione.
Peccato però perché i nove balletti che si sono succeduti sotto una luna quasi piena sono stati uno più emozionante dell’altro. I danzatori erano eccellenti, le musiche meravigliose, le coreografie di altissimo livello e la Star della serata era comunque una certezza. Alessandra Ferri, superati i cinquanta anni è ancora una danzatrice in piena forma, alcune volte leggermente meno sicura come si è potuto notare in alcuni momenti del passo a due Rapsody, ma certamente una grande artista che riesce a dare il meglio di sé nei pezzi più drammatici come After the rain e Le parc.
Tutti gli altri nove danzatori – rigorosamente uomini come accade sempre quando l’Etoile della serata è una donna – provenienti dalle più prestigiose compagnie europee e americane sono stati eccezionali. Assolutamente tutti! Danzatori bianchi, danzatori neri, danzatori classici, danzatori contemporanei e quant’altro, tutti professionisti di prim’ordine come Herman Cornejo partner artistico attuale della danzatrice con il quale la Ferri sta portando avanti il suo progetto di evoluzione, di ripresa, di rinascita.
E’ stato un piacere immenso poter ammirare la Grande Danza e poterla ammirare qui a Roma, città che non ha mai brillato in questo senso. Mi auguro che in futuro molte più persone possano permettersi questa gioia per gli occhi e nutrimento per lo spirito. Perché la danza è cultura, è amore per il bello e da sempre ha aiutato l’uomo ad evolvere… Proprio come suggerisce il titolo dello spettacolo!
Recensione di Claudia Pigncchi