Roma, Teatro Valle, 21 dicembre 06 gennaio
Emma Dante si rivolge all’infanzia. Al Teatro Valle in Roma, il primo spettacolo per bambini della regista e drammaturga siciliana, ha allietato i pomeriggi delle vacanze di Natale di grandi e piccini. “Anastasia, Genoveffa e Cenerentola” tratto dalla famosissima favola di Perrault è un atto unico di 50 minuti che parla a tutte le età in quanto è uno spettacolo perfettamente curato in tutte le sue componenti che vanno dal linguaggio, alla recitazione e alla regia. La cifra stilistica di Emma Dante è riconoscibile anche qui; troviamo infatti la meravigliosa recitazione fisica dei quattro bravi attori: Claudia Binassi, Italia Carroccio, Valentina Chiribella e Onofrio Zummo tutti alle prese con più di un personaggio, abili nei cambi di costume velocissimi dietro la scenografia minimalista. Attori completi che sanno anche ballare e cantare come ormai la figura dell’artista di teatro richiede.
Anche in “Anastasia, Genoveffa e Cenerentola” è presente il gusto dell’esagerazione, di elementi parossistici come l’introduzione di canzoni trash che non hanno nulla a che fare con il racconto ma che vi si agganciano per un volo pindarico o un gioco di parole.
Ma forse è proprio questo stile così piacevole per gli adulti a determinare la non centratura dell’obiettivo quando i destinatari sono i piccoli.
Viene da chiedersi: “I bambini si sono divertiti?” La risposta è: “non molto”. “Hanno potuto sognare o identificarsi con i protagonisti?” “non credo”.
La performance nel suo complesso era troppo esasperata. Il dialetto siciliano non poteva essere facilmente fruito dai ragazzi, gli stacchi musicali avevano tutti riferimenti intellettuali anziché semplicemente di mood come è meglio che sia, e a volte l’ondata energetica che dal palco arrivava al pubblico era eccessiva per chi grazie al cielo è ancora delicato.
La regista palermitana ha confezionato uno spettacolo buono come al solito, ma in questo caso non ha saputo tener conto della platea. I bambini non hanno bisogno di essere scossi o provocati, capiscono per intuito quello che noi adulti ormai non riusciamo più a cogliere con la ragione. Per questo quando ci si rivolge a loro non basta essere bravi o addirittura eccellenti, come Emma Dante, bisogna veramente aver voglia di parlargli. E questa voglia non si è vista.
recensione di Claudia Pignocchi
foto di Carmine Maringola
letta questa recensione, dove è stato cercato un appiglio per dire qualcosa che in realtà non è… i bambini presenti si sono divertiti, li ho sentiti bene:):):) I critici devono per forza imporre le loro idee??
nessuna imposizione solo pareri, come il tuo così il mio. ma è tutto fuorchè un appiglio. ciò che funzionava l’ho detto, ciò che non funzionava pure! o la critica deve essere sempre positiva??