Roma, Teatro Eliseo 10 giugno 2010
Al teatro Eliseo in Roma è andato in scena in prima assoluta “Apostoli, tutto è compiuto”: spettacolo di forte impatto emotivo, inserito nella rassegna Roma Teatro Festival, per la regia di Fabio Omodio.
“Apostoli” è l’atto finale di un processo creativo iniziato nel 2006 con delle improvvisazioni che avevano lo scopo di scrutare il lato più umano dei discepoli di Gesù, e di come questi ultimi avessero reagito alla cattura e in seguito alla morte del Cristo. Il testo scaturito da questa sperimentazione è dello stesso Omodio e di Lina Bracaglia ed è molto interessante nella sua struttura che appare come un lungo dialogo tra due personaggi che al loro interno ne celano molti altri. L’opera ci offre una visione duale dei temi religiosi: il Bene è nettamente distinto dal Male e non vi è nessuna nuance intermedia tra queste due verità. Anche se non del tutto condivisibile come visione etica della vita, in teatro questo espediente trova una sua collocazione che nello spettacolo in questione viene messa in evidenza anche dal gruppo di attori che fa da contorno all’azione centrale. Questo insieme di giovani artisti dell’Accademia teatrale di Roma Sofia Amendolea, si è tanto speso nel rinforzare con la sua fisicità il lungo duetto dei due protagonisti entrambi bravissimi. Paolo Alessandri e Michele Albini ci hanno traghettato sulle onde dei loro monologhi nei dubbi, nei rimpianti e nei rimorsi dei tre apostoli più conosciuti della storia del cristianesimo: Pietro, Giuda e Tommaso, il prediletto di Gesù.
La regia piuttosto sintetica ha avuto dei momenti interessanti e profondamente drammatici ma si è avvertita la mancanza di un maggior movimento delle masse alcune volte trattate solo come elementi scenografici. I ragazzi della scuola Sofia Amendolea potevano essere maggiormente inseriti nella narrazione assolvendo così ad un ruolo simile a quello del coro nella tragedia greca piuttosto che a un mero contorno visivo.
Di grande intensità le luci curate da Hossein Taheri che hanno illuminato una scena tutta fondata sul bianco e il nero e interessanti anche le musiche originali composte da Rusignuolo e Berardi.
Si può senza dubbio affermare che “Apostoli, tutto è compiuto” sia godibile da tutti. La peculiarità dello spettacolo è quella di trattare temi religiosi attraverso una visione umana, affrontando sia il lato divino dei protagonisti che quello imperfetto e mortale. Per questo offre molteplici letture e interpretazioni e ci induce a soffermare il pensiero su argomenti elevati. E di questo c’è un gran bisogno.
Recensione di Claudia Pignocchi