Gen 312023
 

Ciao Angela e Benvenuta su Slowcult! È appena uscito “Reflexo” il tuo nuovo singolo. Questo tuo nuovo brano è un approdo dopo vari viaggi musicali e umani. Raccontaci questo punto di nuova partenza.

Ciao, e grazie per avermi ospitata. Sì, REFLEXO è il mio terzo singolo e fa parte di un progetto più ampio che prevede dei veri e propri omaggi a tutta la cultura musicale che ha contaminato il sound di questi miei viaggi: dal pop alternativo, un po’ psichedelico, inglese e francese, a quello beatlesiano, dal jazz fino ad approdare, con questo nuovo singolo, alla Bossa Nova. Umanamente REFLEXO parla di quei bagliori del passato che in qualche modo distolgono lo sguardo dalla situazione di cambiamento che stiamo vivendo, riportando la mente a ciò che non ci appartiene più. È giusto dire REFLEXO è sì un approdo, ma soprattutto un punto di partenza per affrontare il cambiamento nella “festa della vita”attraverso il ritmo della Saudade, la Bossa Nova appunto, un genere che amo e che canto, che ha in sé qualcosa di veramente autentico e che per questo ho voluto legare al Pop.

 Quale è la musica con la quale sei cresciuta? La scintilla che ti ha portata a fare musica, noi di Slowcult siamo sempre molto curiosi sullo scoprire nuovi mondi. Dove ci porti?

Sono cresciuta ascoltando davvero tutto, a cominciare dalla musica classica e sinfonica e dall’opera lirica (ho sempre adorato Mozart), a quella popolare, ai Beatles, al cantautorato italiano e napoletano (Battisti, De André, Dalla, Pino Daniele, Battiato). Sono passata dall’old blues di Robert Johnson all’old jazz, allo swing, anche quello italiano, dalla bossa nova di Tom Jobim e João Gilberto al jazz fusion, al reggae di Bob Marley, al soul, al funk, alla disco anni 70. Poi il rock, compreso il rock progressive e la psichedelia. Potrei citare un’infinità di artisti che adoro e che ascolto tutt’ora: Bowie, Hendrix, Bob Dylan, Joni Mitchell, Leonard Cohen, Tom Waits, Simon & Garfunkel, Pink Floyd.  Sono stata adolescente negli anni 80: a parte i grandi del pop e Prince, ascoltavo il punk rock, la new wave, il dark, in particolare ero legatissima ai Joy Division, Sex Pistols, Brian Eno, David Sylvian, Siouxsie, The Smiths, The Cure, U2, Susanne Vega, The Cult, Bauhaus… fino ad arrivare all’indie rock, ai R.E.M. e al grunge dei Nirvana, al pop e al rock sperimentale di Björk, Radiohead, Antony and the Johnsons, Placebo, The Cardigans e al trip hop dei Massive Attack, Portishead, Röyksopp, al dream pop dei Blue Foundation e all’indie pop di Agnes Obel o all’elettronica tecno di Apparat. Alcuni artisti li ho ascoltati in Belgio e in Francia: a parte gli artisti storici che ascoltavo già, come Jacques Brel, Édith Piaf, Serge Gainsbourg, Georges Brassens, ho apprezzato artisti come Daniel Balavoine, poi Charlotte Gainsbourg, Zazie, Zaz, Karen Ann…

In Italia c’è oggi un’attenta ricerca sulle melodie e la metrica dei testi e mi piace molto quello che sta venendo fuori musicalmente. Ovvio, ascolto anche ciò che non mi piace, perché bisogna conoscere, e bene, prima di decidere.

Ti ho visto spesso dal vivo, una proposta sempre molto intensa e molto elegante. Aperta alle contaminazioni, cosa stai preparando per presentare Reflexo?

Ti ringrazio davvero per queste parole. Oltre ad alcuni mini live in radio, sto considerando l’idea di realizzare dei concerti finalizzati alla presentazione del singolo, che possano far entrare gli spettatori in un’atmosfera musicale eclettica e aperta alle sorprese. Posso già annunciare che sarò a Roma il 10 febbraio al Teatro Arciliuto. Invito comunque tutti a seguire i miei profili Instagram e Facebook per poter avere tutti i dettagli.

La musica nell’era liquida. Sei pronta per un album, o far uscire singoli, una strada percorsa da molti, è un modo che ti si confà per veicolare la tua musica? 

L‘era liquida mi permette di poter dare il giusto risalto a ogni mia canzone, anche perché ho sempre pensato a un mio album come una raccolta di hits legate da un “fil rouge”, non riuscirei a lavorare a un progetto“mono-stile”.  È una strada che per ora sto percorrendo felicemente. Detto questo, ho sempre creduto che nel mondo della musica sia molto importante in generale il prodotto artistico completo, fatto da un insieme di arti, che puoi non solo ascoltare, ma vedere o addirittura toccare, sfogliare e soprattutto collezionare. Ancora adesso mi emoziona avere un disco in vinile o un cd. Quindi ci sto lavorando, anche perché sarebbe un peccato se, percorrendo soltanto la strada della musica liquida, si perdesse questa magia.

Cosa stai leggendo, ascoltando, guardando in questi mesi? Qualche consiglio?

In questo periodo in particolare, oltre ad ascoltare ciò che arriva da paesi come il Brasile e la Francia, sono molto attenta al Contemporary R&B, alla Indie Music e alle nuove melodie del Pop, soprattutto italiano. Dal punto di vista cinematografico, mi sono avvicinata alla produzione artistica sudcoreana e in particolare al regista Bong Joon-ho.

Leggo fumetti. Amo molto leggere Rodari, autore per l’infanzia che per me dovrebbero leggere soprattutto gli adulti. In generale mi piace leggere saggi, poesie e biografie. Abbiamo bisogno di esempi in questo periodo storico, soprattutto per orientarci e capire come si può partecipare al cambiamento in tutti i campi, compreso quello musicale. Le biografie dei grandi uomini e delle grandi donne potrebbero darci delle idee.

Grazie Angela e buon Reflexo!

Grazie a voi!

Foto di Paolo Soriani

Ufficio Stampa: Purr Press

Intervista di Fabrizio Fontanelli

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