Giu 082008
 

Spello (PG), Villa Fidelia, 31 maggio 2008
Eravamo rimasti ad un Nick Cave malinconico, sposato, cantante sulla via della redenzione, ed ora ci ritroviamo davanti ad un signore con baffo, crocifisso al collo e pantaloni a zampa, in un mood aggressivo-cabarettistico, molto animale da palcoscenico.
Una forte dose di humor nero permea tutto lo show, lasciando poco spazio alle riflessioni piu’ intime, malinconiche ed ossessive che, invece, hanno fortemente caratterizzato gran parte della sua produzione e dei suoi precedenti show.
Tutto sembra essere all’insegna di un teatro scalcinato e delirante dove il nostro gioca con alcuni degli archetipi che da sempre lo affascinano della cultura americana. Ed infatti irrompe e si spende sul palco snocciolando una serie di mosse ed ammiccamenti, da predicatore d’anime in bilico tra l’ironico ed il consumato, che gronda sudore puntando costantemente il dito verso il suo pubblico, di cui ormai consacratosi icona, stringe addirittura le mani protese. A volte si muove come un consumato attore, con mosse, smorfie e gesti o come un vecchio rocker che interpreta fino in fondo la sua parte, con animalesca fisicità, con ancheggiamenti, chitarra al collo, salti, camicia sbottonata e grande quantità di sudore.
Il nostro, sempre ineffabile, ci porta attraverso uno spettacolo fragoroso, che si snoda all’insegna della sua produzione piu’ movimentata, completamente avvolto nei panni di quest’ultima metamorfosi. Si conferma vecchio e sardonico performer, interprete intenso del personaggio in cui ha scelto di calarsi per portare in tour il suo ultimo lavoro “Dig, Lazarus, Dig!!!”.
Nella piacevolissima cornice di Villa Fidelia, il concerto si apre con “The Night of the Lotus Eaters”, apertura inaspettata e spiazzante, dal suono industriale, dove Nick Cave, con tanto di tamburello, instaura subito un’atmosfera coinvolgente che va a detonare nella successiva “Dig, Lazarus, Dig!!!”, quasi un recitato di disorientamento biblico-urbano, dissimulato dal ritmo groovy di chitarre e percussioni, e cadenzato dall’ossessivo ritornello. Il concerto prosegue poi, con un Nick Cave sempre più sudato e divertito, che lotta con l’asta ed il cavo del microfono nel tentativo di andare da una parte all’altra del palco, alla volta di “Tupelo”, annunciata dai nuvoloni grigi proiettati sullo schermo. Paradossalmente, pur essendo questa una canzone del suo repertorio più antico (da “The firstborn is dead”, 1985), si accorda perfettamente con l’atmosfera evocata dalle prime due canzoni, quasi facesse parte degli ultimi lavori.
Seguono poi “today’s lesson”, canzone aggressiva e virulenta, subito controbilanciata da “Red right hand”, pezzo dal sapore cinematografico e sicuramente tra i suoi cavalli di battaglia.
Ripesca inaspettatamente, dato il mood del concerto, “Your funeral my trial” dalla lontana metà degli anni ottanta. Canzone scura e languida, è il Nick Cave più lugubre che però, grazie ai Bad Seeds, dona al pezzo una certa nuova leggerezza.
Dopo “Midnight man”, sempre dal nuovo album, arriva “The mercy seat” che, come sempre, segna uno dei momenti centrali del concerto. Si continua con “Deanna”, con tanto di coretti che Nick Cave richiede al pubblico, in un divertito “no, no,no” e “yeah, yeah, yeah” . L’atmosfera si fa così scherzosa, venata comunque dell’immancabile macabro humor. Ancora nuovi pezzi ” Lay down here (and be my girl)”, “Moonland” fino ad un altro hit storico: “the ship song”, pezzo dolce e mieloso, che il pubblico grandemente apprezza.
Arriva poi “We call upon the author”, stralunata sequenza di domande e reclami ad un ipotetico autore.
Poi via con “Papa won’t leave you, Henry”, da Henry’s dream (1992), ballatone aggressivo, con chitarre acustiche strapazzate, ritmo serrato, atmosfera tesa e ritornello rinomato.
Segue la dolceamara “More news from nowhere”, col suo ritmo particolare e il suo fiume di parole.
Nick Cave esce e ritorna scherzoso per i bis, e via con le note di “Into my arms”, dove il nostro si siede per la prima volta al pianoforte. L’atmosfera torna movimentata con “Get ready for love”, unico brano dal precedente album, e “Hard on for love”, altro inaspettato ritorno al passato remoto. Uno dei momenti più intimi del concerto arriva con “I let love in”, cantata da un Nick Cave in vena confidenziale seduto a bordo palco che sembra sussurrare la sua canzone al pubblico. Non contento, chiude il concerto con la macabra novella di “Stagger Lee”, con tutte le sue colorite espressioni.
Per tutta la durata dello show, come da pluriennale consuetudine, i Bad Seeds, bravi, composti e sobri, ad eccezione della barbutissima primadonna Warren Ellis, danno vita a tutte le sfumature musicali che servono a Nick Cave.
Mick Harvey, pilastro del gruppo, alle chitarre ed alle tastiere, Wydler e Sclavunos con batteria rosa, ciascuno con propria batteria e percussioni di varia natura, il bravo Conway Savage al piano,Martin P. Casey al basso, con, per finire, il già citato Warren Ellis tra violino elettrico, chitarrine di varia natura, rumori e rumorini, si confermano parte fondamentale, musicalmente versatile ed insostituibile della creazione sonora, bravissimi creatori delle svariate atmosfere, senza dimenticare Nick Cave con tanto di tamburello, che è stato piu’ tempo in volo che fra le sue mani.
In definitiva, un live molto coinvolgente e tirato, che probabilmente sarà molto piaciuto a chi si è accostato a Nick Cave da poco, sulla scia del garage dei Grinderman, a discapito, forse, di chi pur apprezzando tutta questa energia avrebbe sperato in un concerto che prevedesse anche momenti più intimi e meno consueti.
Dopo due ore, tanto sudore, Nick Cave, con i suoi pantaloni a zampa e i suoi baffetti, ed i fidati compagni portano Lazzaro a riposare.


Recensione by Giulia

Vedi tutte le foto del concerto nella galleria fotografica

  2 Responses to “Nick Cave: Scava, Lazzaro, Scava!!! (e suda)”

  1. Giulia sei un mito!!..grazie per la bella recensione..e per la compagnia al concerto!!!…e pure al webmaster!!!

  2. […] si nota che l’eccentrico cantante è a piedi nudi. Blixa lo amiamo così, da (ex) chitarrista dei Bad Seeds di Nick Cave ad attore, cantante, professore, soprattutto sperimentatore, ogni giorno con un […]

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