Ago 152011
 

Per questa seconda lista di album che Slowcult consiglia di ascoltare in questo scorcio d’estate, abbiamo selezionato alcuni artisti, forse poco noti ai più, che nel corso di questi ultimi anni hanno suscitato il nostro interesse ed hanno pertanto calamitato i nostri ascolti tra le proposte più recenti.
Ascoltate, gente, ascoltate….

La redazione di Slowcult.

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Dark Rider consiglia:
Ordo Rosarius Equilibrio – Songs 4 Hate & Devotion (2010 Out of Line)

Gli Ordo Rosarius Equilibrio, ensemble svedese di Industrial Music e Neofolk, realizzano con questo album il loro capolavoro: fortemente influenzati dall’Apocalyptic Folk dei Death in June e dei Current 93, ma anche dalle sonorità elettroniche dei Depeche Mode, hanno come punti di riferimento culturali il grande Poeta e Pittore visionario William Blake, e l’Occultismo inglese. La loro discografia è molto apprezzata negli ambienti Dark europei, ed i contenuti delle loro composizioni, spesso estremi, sono però sempre rappresentati con eleganza e dolente complessità.
Quest’ultimo lavoro, in particolare, quasi totalmente scevro da sonorità Industrial, è intriso di bellissime atmosfere a metà tra Wave e Neofolk, potenti e drammatiche, contrassegnate dalla voce pastosa di Tomas Pettersson e da splendidi fraseggi tra piano e chitarre elettriche, e da una classica batteria, con suggestive tastiere di sottofondo.
Una musica fortemente evocativa, legata sempre a tematiche esoteriche, e comunque di difficile comprensione per chi non sia addetto ai lavori, ma dotata di un fascino strano ed inquietante, a cominciare dalla splendida “Where I Stand on The Holy Mountain And Pray 4 The World”, ancora venata da sonorità elettroniche, sino alla limpide, acustiche “A World Not So Beautiful” e “With Unspoken Pleasure/ My Guardian Demon” nonché alla poetica, lirica “Serpent Dagger Lion Man”.
Il cofanetto si compone anche di un secondo più breve CD, formato da quattro brani dalle sonorità marcatamente elettroniche, di minore impatto emotivo. L’intera opera, comunque, è da ascoltare, soprattutto per chi ama immergersi nelle atmosfere Neofolk e Dark Ambient ma non dispiacerà a chi ama la classicità e le melodie evocative.

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Constance consiglia:

Jacques, a Robin – Statuettes (2011)

Questa estate ascolterò a lungo un CD che ho trovato e acquistato sul sito dell’autore, perché è un CD autoprodotto ad edizione limitata e non si trova in alcun negozio attualmente.
Acquistatelo se potete, ne vale la pena.
Non sono andata a cercare qualcosa nella memoria, perché quando ho ascoltato questi brani, ho trovato che nella loro armoniosità, ci fossero memoria e novità. Consiglio veramente di ascoltarlo con attenzione e leggerezza: ognuno di noi ha in se il sapore di qualcosa che sembra fermo nella memoria, qualcosa che ha un’eco di malinconia. Qualcosa che non fa troppo male, che non ferisce il cuore, ma che lo avvolge con tenerezza. Così fanno queste canzoni, ci avvolgono morbidamente, scaldando i nostri ricordi, anche quelli che pungono leggermente, ma che abbiamo cari, i ricordi da cui partiamo e che ci raccontano chi siamo.

www. jacquesarobin.com

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Attilio consiglia:

Sufjan Stevens – (come on feel the) Illinoise (2005, Asthmatic Kitty)

Perché è un disco anni 60 inciso nel 2005, Phil Spector avrebbe pagato per produrlo.
Perché dopo la sua pubblicazione casualmente si sono moltiplicati uso di banjo , mandolini ed ukulele nelle strumentistiche dei dischi indie.
Perché Chicago è un grande orchestrazione anche nel contesto dell’inseguimento del pulmino giallo di Little Miss Sunshine.
Perché John Wayne Gacy jr già era un pezzo struggente di suo, poi quando capisci di cosa parla resti inebetito e ti viene da piangere.
Perché faccio tuttora il tifo affinché questo pazzo di genio riesca a completare tutti e 52 i dischi che ha promesso, ovvero uno per ciascuno stato della confederazione.

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Fabrizio Fontanelli consiglia:

Birdeatsbaby – Here She Comes a Tumblin’ (2009 Autoprodotto)

Miei compagni recentissimi di palco al Rock City di Roma e una vera rivelazione per il pubblico romano..vengono da Brighton, Uk e si definiscono the alt classical prog punk, questo cd che sta girando ininterrottamente sul mio stereo in questi giorni di estate è del 2009 ed è un piccolo grande gioiello, difficile catalogare l universo sonoro di questo quartetto, loro citano Nick Cave che incontra un depresso Freddie Mercury, ma c’è molto altro, c’è una grande maestria musicale, grandi sprazzi sonori, e la voce di Mishkin Fitzgerald molto espressiva e trascinante anche e specialmente live, dove la band incanta, sorprende e trascina anche grazie al violino di Keely McDonald. Benvenuti al dark cabaret dunque, un cd che non finisce di soprendere, di ammaliare, e il loro profilo sempre crescente in Inghilterra e anche altrove dimostra che il burlesque quando intacca la musica può produrre un uccellomangiabambino veramente intrigante

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Claudia Pignocchi consiglia:


King Blues – Punk and Poetry
(2011 Transmission Recordings)

In vacanza il mio consiglio è quello di ascoltare solo l’ambiente circostante. Al mare, in montagna, in città straniere siamo sempre circondati da una moltitudine di suoni che poi nella memoria costituiranno la colonna sonora del posto dove siamo andati in ferie.
Ma durante il viaggio di andata o di ritorno la cosa è diversa. Là c’è proprio bisogno di musica, sulla quale far scorrere le immagini dei panorami guardati da un finestrino o da un oblò.
Sicuramente nei momenti in cui avrò bisogno di un po’ di carica nel lungo viaggio in macchina che mi aspetta, ascolterò l’ultimo cd di King Blues: Punk and Poetry uscito ad aprile di questo anno. E’ il terzo lavoro di questa band che, per usare le parole del suo leader e cantante Jonny “Itch” Fox, è una miscela di reggae, hip hop, folk, doo wop, punk rock.
Sarà senz’altro vero – del resto se lo dice lui che ha composto tutti i brani! – e il sound fresco che ne scaturisce ha uno charme da Londra arrabbiata nonostante le canzoni abbiano tutte un ritornello orecchiabile da cantare a squarciagola mentre la macchina scivola sull’asfalto.
Le undici tracce sono quasi tutte incentrate su temi sociali, di ingiustizia e disuguaglianza, ma non mancano neanche le canzoni d’amore… Perciò si viaggia da brani arrabbiatissimi come “we are fucking angry” o “”set the world on fire”, a momenti più dolci come in “everything happens for a reason” che racconta di un’imminente paternità.
Punk and Poetry può mettere tutti d’accordo in macchina: bambini, cani, gatti, figli adolescenti, genitori ex giovani. Basta andare piano e allacciare le cinture … buon viaggio

….continua…….

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