Gen 222013
 

The Pogues: In Paris 30th Anniversary concert at the Olympia (Universal/Polydor, 2012)

★★★★½

I Pogues sono l’ultimo grande gruppo Punk rimasto sulla faccia della terra. Non importa se è da un bel pò di tempo che non entrano in studio di registrazione, sono in molti a volere che i Pogues rilascino altre nuove canzoni, ma saperli ancora in attività conforta tutti noi assetati di musica verace, vorace, che viene da lontano e suona sempre come un pugno e una carezza. Questi sono i Pogues, malinconia e ferocia, poesia e alcool allo stato puro, un legame indissolubile con la poesia di Shane McGowan unico erede di Brendan Behan grande uomo d’Irlanda, drammaturgo e autore, un “drinker with writing problems” come si definiva, e come potremmo definire Shane, autore immaginifico che ha saputo scrivere la più bella canzone di Natale di sempre (“Fairytale of New York” cantata con la compianta Kirsty McColl) nonchè strazianti ballads oltre che veri inni punk, mischiandosi con artisti come i Dubliners o Joe Strummer. Fu proprio il cantante dei Clash che produsse “Hell’s ditch” prendendo per un breve periodo il posto di Shane assolutamente incapace di salire su i palchi per abusi di droghe e alcool.

Cosi siamo arrivati al 2012 alla consueta manciata di concerti che i Pogues tengono in giro (purtroppo mai in Italia) e che ora vengono benissimo testimoniati da questo elegante cofanetto con 2 cd e 2 dvd il tutto proveniente dall’Olympia di Parigi per il 30ennale della band.
L’inizio è folgorante e scatena il pogo dell’Olympia come sempre accade quando si va sotto il palco per i Pogues:”Streams of Whiskey” (dove si cita appunto Behan) e “If I should fall from grace with God” mostrano una band compatta con Shane in forma, che non perde una battuta o un verso, non male per un ormai 55enne che ne ha viste di tutti i colori. “Broad Majestic Shannon” è come sempre straziante, “Greenland Whale Fisheries” come “Streams of whiskey” riporta al primo album dei Pogues quel “Red Roses for Me” uno dei cd fondamentali di tutto il rock folk irlandese e non.
“A pair of brown eyes” è uno dei brani immancabili nelle scalette Pogues, ripresa anche in modo mirabile da Christy Moore, una intensa storia di guerra che fu accompagnata da un famoso video anti Thatcher.
Spider Stacey prende il fronte del palco per la largamente trascurabile (per il sottoscritto ovviamente) “Monday morning” proveniente dall’album “Waiting for Herb”, album del 1993 dove la band si alternò alla voce vista l’assenza di Shane. Particolare carino di quell’album la copertina con un signore seduto in panchina a leggere il “Corriere della Sera”. Il singolo fu una hit ma onestamente avrei preferito un’altra gemma del catologo Pogues. Ma Spider è bravo e si fa perdonare.
Cosa dire del resto del concerto? Bellissime le versioni di “Kitty”, “Thousands are sailing” dedicata all’emigrazione irlandese in America, “Lullaby of London”, “Body of an American”, “Boys from the County Hell”, mentre tutto l’Olympia canta il traditional “Dirty old Town”.
La travolgente “Sick bed of Cùchulainn” chiude il primo cd tra l’acclamazione dell’Olympia.
L’inizio del cd 2 è travolgente, una splendida “Sally McLennane” e una commovente “Rainy night in Soho” forse la più bella ballad del repertorio Pogues. Shane è in grande forma, questi 2 brani lo dimostrano e forse Shane è completamente “recuperato”.

http://www.youtube.com/watch?v=JeJ4-HVvD84

E’ gran festa con il traditional “Irish Rover” un classico per i Pogues, c’è spazio anche per una versione di “The Star of the County Down” (andatevi a sentire il capolavoro di questa versione fatta da Van Morrison e i Chieftains contenuta in “Irish Heartbeat”, questa dei Pogues è giusto passabile) e dopo “Poor Paddy” ecco la più bella canzone di Natale di sempre come dicevo ( sulle note molto esaustive del box set c’è un gustosissimo aneddoto della sorella di Shane, Siobhan McGowan che racconta la genesi di questo incredibile brano), ma “Fairytale of New York” non colpisce, molto dovuto al fatto per l’incolore prova vocale di Ella Finer figlia di Jem Finer (compositore con Shane del brano).
Il finale è per la festa di “Fiesta” appunto, un brano che il nostro Capossela ha saccheggiato (essendo fan e amico di Shane).
Molto elegante come dicevo il cofanetto con anche in dvd materiale d’epoca tratto da programmi francesi come Les Enfants du Rock, e Avenue du Rock ambedue del 1986 che dimostrano la grande energia e poesia della band che ha ora 30 anni di attività e come si dice in questi casi..”for more 30 years to come”..

Recensione di Fabrizio Fontanelli

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