(Germania, 2008, Distr.Heimatfolk)
Continua la promozione di opere misconosciute dell’ambiente neofolk, in particolare tedesco da parte dell’etichetta austriaca Heimatfolk, sub label della grande Steinlang Industries. E’ la volta della splendida compilation assemblata da Traum’er Leben, Trinithos e Seelenthron, tre gruppi di grande valore artistico, che per l’occasione hanno creato ciascuna anche un brano inedito. Le composizioni sono pervase da grande suggestione ed intensità poetica: si spazia da Schwingen des Lichts (Il Vibrare delle Luci) dei Traum’er Leben, caratterizzata da un mirabile intreccio di chitarre, tastiere e voci maschili e femminili, evocative di una profonda poetica dark, all’aulica e romantica Am Morgen (Di Mattina) dei Trinithos, alla stupenda Nordwind (Vento del Nord) dei Seelenthron, ove una voce maschile si staglia dolcemente su di uno sfondo di archi e su di un lieve tappeto elettronico. Sternenklar (Stella limpida) dei Trinithos mette in rilievo un sottofondo acustico di grande suggestione, che si integra perfettamente con sottili sonorità elettroniche e con un languido pianoforte, mentre Lachendes Gesicht (Ridente Volto) dei Seelenthron sviluppa un crescendo drammatico di voci maschili e femminili elaborate su limpide sonorità cameristiche.
Dunkle Sonne (Sole Scuro) dei Traum’er Leben, sulle tracce del suono Industrial dei Death in June della maturità, ricorda il ritmo sincopato delle marce militari, e Quintessenz (Quintessenza) dei Seelenthron ritorna ad una lieve dimensione cameristica, dolcemente acustica.
Un nuovo crescendo drammatico emerge da Ein Bild aus der Erinnerung (Un’Immagine dei Ricordi) dei Traum’er Leben, ove si staglia una voce recitante femminile, sugli arpeggi mirabili di una chitarra acustica, che dialoga con un lievissimo tappeto di suoni elettronici, mentre Erleben (Conoscere) dei Trinithos parte da un quasi aspro mantra elettronico per approdare ad una celestiale melodia composta da voce e chitarra acustica. Il drammatico Traumkampf (Sogno di Battaglia) di Alexander Meyer, dei Seelenthron, risuona di rumori di guerra sviluppandosi come un significativo incubo elettronico di matrice Industrial, esprimendo un forte senso di Pathos, e quasi recuperando una poetica dello Sturm und Drang aggiornata ai nostri tempi.
L’Opera è interamente pervasa da un forte anelito di spiritualità, che si concreta in una mirabile ricerca della melodia, in un linguaggio musicale neoromantico scarno ed essenziale, mai lezioso o ridondante, e fortemente intriso di elementi di intenso ed ancestrale lirismo: i temi della potenza della natura, dell’introspezione psicologica ed esistenziale, dell’incombenza del Destino, della ricerca delle radici della propria Terra, della riflessione filosofica e della devastazione bellica, conferiscono ad essa un’immagine di sconfinato splendore.
recensione di Dark Rider