Giu 242014
 

Samcro: Terrestre (Soffici Dischi, 2014)
★★★☆☆

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“Samcro è un binomio di garage e rock n roll, l’incontro -scontro tra raffinate andature vintage e le ruvide texture del blues in un’esplosiva miscela lo-fi”
Recita cosi il comunicato stampa che presenta “Terrestre” del duo aretino dei Samcro, dunque restiamo ancora nella vivace provincia toscana, dove si muovono e operano Mario Caruso e Nicola Cigolini.
E la traccia inziale “Terrestre” detta la regola del cd, suono potente, batteria poderosa, chitarre elettriche con fraseggi anche blueseggiant e taglienti su un testo specchio dei tempi tra “Malumori da news e volti spenti”, un suono scarno per un gran bel ritornello adatto a un sing along.
Di duo chitarre e batteria ne abbiamo visti ultimamente un bel po, ma i Samcro hanno dalla loro un bel sound il giusto grezzo e molto live e una nota di merito va indubbiamente al suono delle chitarre elettriche.
Il disco è molto suonato (“Police Tango” o il bell’intermezzo di “Parentesi”) e cito anche brani come “Ritorno” e “Tu come Stai?” con un gran bel tiro.

Il Terzo Istante: Rapporto allo specchio (Autoproduzione 2014)
★★★☆☆

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IL terzo Istante è un trio che viene da Torino e “Rapporto allo specchio” è la loro terza uscita dopo “Come ti senti?” (che li ha portati a dividere il palco con Max Gazzè e Zibba tra gi altri) e dopo “Fusolandia” prodotto dal crowdfunding che gli ha dato modo di suonare per Mtv e con gli Amari.
Dunque una band molto attiva che ha scelto questa formula degli ep, una formula a me personalmente gradita e che riporta a un’agilità discografica di tempi a me cari.
Una serie di ep anche tematici da come si evince dalle loro parole, dove la parola “Presente” gioca un ruolo cardine, da Presente sociale a Presente umano con le varie quotidianità.
“Sto dai miei” il primo brano dell ep è un piccolo gioiello e rimane in mente al primo ascolto con una bella traccia di sintetizzatore trait d union con un rock molto di impatto. Cito anche le bella “Cosmesi” e “Non sai” per un ep di buonissima fattura e per citarli gli auguro “buona sorte”..

The Comet: Nothing but the wind (Rocketman Records,2014)
★★★★☆

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I The Comet vengono da Monza risultato di varie esperienze in altre formazioni, ed aggrediscono subito l’ascoltatore con un brano tirato e molto rock come “Secret Love” dal loro debutto “Nothing but the wind” (complimenti per l’artwork molto bello);
La voce di Matteo Pauri trascina la band che di italiano ha ben poco. Un debutto notevole con un wall of sound di chitarre elettriche evocativo e un’energia non di poco conto. Tutto il disco è di alto livello, nulla di nuovo sotto il sole, ma si ha sempre bisogno di una musica senza fronzoli, diretta al cuore e che sterza i nostri cuori.
Cito anche “Phone Ringing Blues” e una ecocativa “Spirit” che secondo me racchiude perfettamente tutto il lavoro. Ottimo debutto per una band che sicuramente live sa dire la sua.

Dropeners: In the middle (2014)
★★★☆☆

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Torniamo nella provincia italiana, Ferrara in questo caso, e in territori decisamente new wave con questo lavoro dei Dropeners, band di tutto rispetto che si è fatta anche notare fuori dai confini nazionali e in questo caso in Grecia con ottimi riscontri per il loro primo EP “Drops of memories”. Nel 2010, insieme a nomi come The National, Michael Hutchence ft. Bono e Tim Buckley, prendono parte alla decima compilation di Dimitris Papaspyropoulos , “Long missed heroes”. Una attitudine internazionale dunque che sfocia in questo lavoro del 2014 “In the middle”, che vede la band cuna nuova sezione di fiati dando vita a un affascinante elettronica evocativa e intrigante mai invasiva al totale servizio della bella voce di Vasilis Tsavdaridis. Dieci traccie di livello per un bel viaggio sonoro. Interessante la nota di Vasilis che presenta il disco “Il western dream che noi viviamo, il nostro lusso, tante volte è stato creato dalle mani degli orientali. Spesso loro hanno partecipato alla costruzione di ciò che fa parte della nostra vita, tutti insieme abbiamo creato quello di cui oggi disponiamo; non siamo separati, ma una cosa sola che deve lavorare insieme”.
Segnalo anche una deliziosa traccia acustica nascosta che chiude il cd mostrando un altro aspetto dei Dropeners piu intimista e che forse prevede sviluppi futuri.

City Lights: Jukebox all’Idroscalo (Autoproduzione 2014)
★★★☆☆

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Psychédélique chanson from Ostia Lido de Roma. Cosi si presentano i City Lights. Si torna nella Capitale dunque e la band prende il suo nome dal primo film muto che Charlie Chaplin realizzo’ “Le Luci della Città”, appunto, come atto di fede nei confronti di un linguaggio artistico, il rock, che second la band romana non ha ancora finito di dire quello che ha da dire. E come dargli torto?
Ascoltando i City Lights ecco che torniamo a un rock stradaiolo, diretto, con le acustiche , le armoniche e testi mai banali che trattano di vita quotidiana (la deliziosa “Conigli dappertutto, amico mio”).
Questo “Jukebox all’Idroscalo” scorre bene con la voce molto particolare di Marco De Annuntiis sempre in primo piano. Cito anche “La nevicata dell’85” e la bella ballad acustica “Blues del Mattino”. Una musica molto “Povera”, ma ricca proprio per questo.

Recensioni di Fabrizio Fontanelli

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