Dic 182014
 

Abiku:La Vita Segreta (Sherpa Records 2014)
★★★★☆

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Gli Abiku sono una giovanissima band grossetana, con gia all'attivo una produzione discografica nutrita, e giunti con questo " La vita segreta" al secondo lavoro di lunga durata.
Questo lavoro scorre che è una meraviglia, impreziosito poi da un artwork veramente delizoso.
La band si può ricondurre a una forma di cantautorato d'autore, ma è la cura degli arrangiamenti e la grazia delle canzoni che colpisce all'ascolto, le belle chitarre acustiche, e i testi veramente di pregievole fattura, un diario di vita,a volte nichilista, a volte traboccante di intimismo, messo in musica ("Guerra Civile", Dammi una mano (Pakistan), il delizioso singolo che ve lo ritroverete in mente spesso “Qui non succede mai niente”)

Juda:Quel brevissimo istante in cui ti manchi (Riff Records-Goodfellas 2014)
★★★☆☆

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I Juda vengono da Milano, e sono alle prese con un interessante rock con venature post rock in italiano. Un genere molto in voga al nord d'Italia per quanta offerta mi arriva, e devo dire che i Juda si stagliano con un lavoro di alta qualità sonora che farà felici i tanti fans del genere. Addirittura due cd per questo album che arriva dopo altre produzioni che hanno fatto girare il nome dei Juda anche in festival italiani e in entusiastiche recensioni oltreoceano, un percorso impreziosito anche da musiche per cortometraggi e collaborazioni in studio con Xabier Irondo degli Afterhours e membri degli Spread.
Un lavoro dunque ambizioso questo "Quel brevissimo istante in cui ti manchi" da sentire piu volte per assaporare tutte le venature e i ricami sonori molto curati e di notevole fattura.

Morning Tea: Nobody’s get a reprieve (Sherpa Records2014)
★★★★☆

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"Morning Tea (Mattia Frenna) è una chitarra acustica in una stanza nell' East End di Londra. Condensa sulla finestra, vengo e foglie che cadono. Poi torna il sole. Per un po'. Un thè caldo, dei biscottini e una sigaretta fatta a mano mentre sul piatto gira Nick Drake.
Morning Tea è la prima cosa del mattino, fra la nostalgia di posti mai visti e la magnifica ordinarietà della
vita di tutti i giorni.
Morning Tea sono Clarks in cammino sull'asfalto bagnato delle strade di Hoxton, di Sesto San Giovanni o di
chissà dove, poco importa".
Cosi recita il comunicato stampa e devo dire queste parole sono perfette per immergersi nelle atmosfere acustiche di "Morning Tea", un disco delicato, ma intenso e elaborato con gusto, chitarre acustiche. belle voci e deliziose ballad mai scontate o banali. Tutti i brani scorrono bene, con una voce piena di personalità. La bellezza spesse volte si nasconde nelle canzoni semplici.

Wet Floor: Profezia in 12 pezzi (Autoproduzione 2014)
★★★★☆

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La prima cosa che noto di questo bel cd dei Wet Floor, power trio brianzolo è la scritta dietro al digipack ."Attenzione Questa Non è una Cover Band", è la prima volta che mi imbatto in uno statement cosi su un cd ed è un tocco di classe su un elegante digipack con una bella grafica, un albero che si staglia illuminato su una città dormiente, ma la musica dei Wet Floor è tutto tranne che dormiente, la band da vita a un lavoro diviso in due sezioni Intro-Scintilla e Intermezzo, un po come se fossero due parti di un vinile immaginario.
Grandi pezzi con un bel tiro, belle melodie, chitarre acustiche che ben si incastrano su elettriche con una bella tensione, preziosi innesti di archi (“Sotto gli occhi di tutti”) e testi mai banali e il brano "Giallo-Nero" è uno dei pezzi che difficilmente smetterete di sentire. Segnalo anche inni come “Non pensare a te”, la protest song ” Il paese dei Balocchi” e credo che la band sia un bel vedere live.

Tutte le Cose Inutili:Dovremmo essere sempre cosi (I Concerti Dove Resti/Ufficio Stampa Neanderthal 2014)
★★★★☆

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Un istant record questo del duo pratese “Tutte le cose inutili”, giunto con quest’uscita al suo terzo lavoro.
Per esattamente comprendere la genesi di questo bel dischetto, prendo e copio il comunicato della band a proposito:
“Dovremmo essere sempre così è stato registrato in due giorni a Prato tra le fabbriche tessili e le colline. Abbiamo scelto insieme a Lorenzo Supa bigi di registrarlo in presa diretta per rendere quell’idea del live, dei suoni reali, della dinamica, dello sbaglio. Il primo giorno ci siamo ritrovati a fare le sovraincisioni di chitarra fino alle 8 di mattina, tra gli amari alle erbe e i caffè, tra i panini col prosciutto e le patatine. In una canzone c’è anche uno xilofono vero. Abbiamo dormito sul divano qualche ora e siamo ripartiti il giorno dopo. Voci fino alla mattina seguente e tutti a casa. Ne è uscita fuori una mezzora tirata, dal pezzo veloce alla ballata strappamutande, da quello urlato a quello sussurrato, ce n’è per tutti i gusti. Mi piace pensare che ci si possa sentire un po’ di Fiumani e un po’ di Massimo volume. Questo album è il primo vero lavoro di Tutte le cose inutili come power duo. Perché le cose da ascoltare sul web, un paio di EP e l’album uscito per Toten Schwan erano dei lavori solisti, con l’aiuto di batteria finte e pad, e quindi non quello che abbiamo portato in giro fino ad adesso. Il nome dell’album Dovremmo essere sempre così, significa che dovremmo prendere tutto questo come un gioco, tutto ciò su cui abbiamo sprecato tutte e dico tutte le nostre energie negli ultimi due anni. Avere dei nostri cd negli scaffali e tra vent’anni poter dire questo l’ho fatto io, oppure dire di quella volta che abbiamo suonato sulla spiaggia a Recco e milioni di altre esperienze. Dovremmo essere sempre così è un grido di speranza, una richiesta di pace, una dichiarazione di guerra, è giocare con la consapevolezza di non star giocando. Fino a quando ci emozioniamo ancora con le nostre canzoni che sappiamo a memoria, allora continueremo”
E’un lavoro deliverato, grezzo, sentito, con testi on the road (Molto bella,e malinconica sul tempo che passa, “Plixo”,”Promoter” è un brano che porta molte verità sul mondo indie e dintorni e “Muro”veemente e molto sentita).
Non ci sono maschere, o sovrastrutture, la band è come se stesse suonando nel tuo soggiorno, pura e diretta.

Mach Shau: Things Happen in Winter(Moquette Records 2014)
★★★☆☆

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Mach Shau era il grido di incitazione che il pubblico dell Amburgo anni 60 rivolgeva a quattro ragazzi mancusiani alle prese con un forsennato Rock n’Roll.
I Quattro Mancusiani erano ancora da diventare Beatles a tutti gi effetti e la frase tradotta ha il senso di “Fate Casino”.
Ma non ci sono traccie mancusiane in questo album registrato in analogico (la band lo sottolinea, e a ragione)di garage rock con accenni psichedelici, di buona fattura, con bei brani che scorrono via molto bene, arrangiamenti ben curati, belle voci e cori e un bel tiro.
La band ha gia all attivo un disco ufficiale “Ten Violent Songs”, l’EP “No Use For Cocaine”, un tour francese e un centinaio di date in Italia, aprendo anche per i Zen Circus tra gli altri nomi.
Segnalo “Have a clearer day”,”Always on the Run”, il brano di chiusura “Sunset Boulevard Vampires” e la ballad “Re-Turning Birds” dove la capacità di scrivere belle melodie viene fuori.

Retrolove:Il Costo del Rischio (Rocketman Records 2014)
★★★☆☆

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E'proprio una "Bomba" che apre questo disco ad alta energia dei milanesi Retrolove, band gia attiva dal 2009 che ha cominciato fin dagli esordi a raccogliere buone recensioni in giro per i palchi milanesi, per poi estendere il loro raggio d'azione.
La band ha già un demo e un Ep autoprodotti in inglese alle spalle, esperienze come la data in apertura ai Linea 77 e belle recensioni d'autore. E in effetti viaggiando all'interno del dischetto si ha la sensazione di una band con un gran tiro live, ma la band sia dall' artwork della copertina (Rocco Malatesta) che dalla scelta degli scatti sembra, e molto probabilmente è, molto amante dell'arte figurativa e questo rende il tutto molto piu completo e con uno scenario con piu colori come giusto che sia per chi vede la musica, la fotografia e il design a volte molto legate tra loro. IL tutto però non a discapito di una musica diretta, verace e fresca.
Segnalo “Le mie risposte”, “Naso” e “Come falene” e la divertente “Cardigan” molto attuale tra “Epic Fail” e “Hipster”.
"Ma voi siete indie? No, noi siamo Rock n Roll" Questa frase mi piace molto e riporta tutto a casa.
Recensioni di Fabrizio Fontanelli

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