2hurt:Live another Dope (Lostunes Records 2015)strong>
Dopo 5 album in studio e una serie di tour nell’arco temporale che va dal 2009 al 2015, vede la luce in questi giorni il doppio cd live dei romani 2hurt, autori di un folk-rock psichedelico e suggestivo che rimanda a scenari da ultima frontiera, proiettandoci in un avamposto onirico per mezzo della chitarra elettrica e voce, sofferta quanto profonda, di Paolo Spunk Bertozzi, superbamente supportato dalle virtuose digressioni di Laura Senatore al violino. Insieme ai loro compagni di viaggio (Marco Di Nicolantonio alla batteria e percussioni, Roberto Leone alla chitarra acustica, Giancarlo Cherubini al basso) danno vita ad un percorso che proprio nel live trova la sua forza espressiva, complice un affiatamento che scaturisce dal primo all’ultimo brano inseriti in questa raccolta ed eseguiti su diversi palcoscenici della capitale quali Init, Brancaleone, Airport One, Wishlist, Locanda Atlantide, Crossroad, Fusolab, Arcobaleno. Che si esibiscano in location importanti o più intime, i 2hurt riescono sempre ad ammaliare il pubblico con esibizioni molto coinvolgenti e cariche di pathos, con le quali riescono a creare un’empatia capace di bucare la barriera virtuale tra palcoscenico e platea, puntando dirette all’anima e al cuore di chi ascolta. Una sorta di cavalcata elettrica che, attraverso questi 16 brani, rende perfettamente l’idea dello spessore delle loro performance live.
10/12/2015 21:35
The Yellow Traffic Light: To Fade At Dusk (WWNBB/Costello’s 2015)
Questo semaforo che segna giallo si trova a Torino, ma sentendo queste 4 traccie dell ep deti The Yellow Traffic Light ci proiettiamo decisamente altrove. Giunti al Terzo ep, la giovane band delivera un buon lavoro, dove si trattano anche delle tematiche sempre purtroppo attuali. La band nel comunicato relativo a “To fade at dusk” giustamente pone l’accento al brano “Burger Shot” dove un ragazzo di colore residente a Los Angeles vive alienato per la sua condizone di emarginato dalla società, consapevole di non aver un punto di riferimento sociale cui rifarsi e riscattarsi. Cambiate le sue connotazioni e il suo Paese e troverete l’argomento di bruciante attualità.
La band è alle prese con suoni Manchesteriani ( La prima traccia Hideaway), ma anche post-punk e kraut-rock, un interessante composit sonoro che vede la band di Torino suonare cosa a lei garba, senza filtri o troppi pensieri. Ed è giusto cosi. Siamo tutti figli dei nostri ascolti in fondo. La band suona bene e ha le canzoni dalla loro parte. Un ottimo punto di partenza per sviluppare altri racconti in musica.
Bricklane: Dropped Cinema Popcorn (Autoprodotto 2015)
I Bricklane mi sono simpatici a priori. Hanno masterizzato il loro ep a Abbey Road, e questo ci accomuna. Dunque complimenti per aver fatto questo passaggio e ascoltando le loro sette traccie, Abbey Road è il loro giusto termine corsa. La band genovese nel loro “Dropped Cinema Popcorn” suonano un brit rock molto basico e semplice, molto divertente da ascoltare (una traccia su tutte la prima “One girl two boys” che vi ritroverete a canticchiare). La band suona fresca con la voce di Matteo Milazzi ben in evidenza, belle le chitarre, e le armonie ci portano dritti in Terra d’Albione, gli echi del brit rock si dimostrano cosi assolutamente non spenti e ben vivi anche nelle nuove generazioni. Segnalo anche la ballabilissima “Inside Out”, il gioellino “The girl in the red shoes”.Dalla Liguria Londra è a un tiro di scoppio.
Accademia delle Scimmie: Soft ep(La Clinica Dischi 2015)
Rimaniamo sempre in Liguria, questa volta è davvero una bella scoperta. La spezzina Accademia delle Scimmie rilascia questo “Soft ep” condita da suoni senza compromessi e una scrittura che cattura subito dal primo ascolto. Ottima la prima traccia “Noiosa Realtà”, ma tutto il disco è di buon livello, la band non delivera nulla di originale dal punto di vista sonoro, ma trova in tutto questo la sua forza per scrivere brani diretti, poetici, e molto ben suonati, dando l’idea di una grande band anche live. Segnalo anche lo sviluppo del brano “Natura Criminale” e la intensa “Ragno”.
Younger and Better: Take Care(Autoprodotto 2015)
Torniamo a Milano con i Younger and Better alle prese con il loro terzo ep, un esplosione di musica, per synth, voci filtrate, e suoni a volte epici, con beat molto coinvolgenti. La band suona molto diretta in queste 4 traccie. L’inizio è massiccio con “Tc” Le trame di synth coinvolgono e i brani scivolano bene, belle le chitarre distorte che si incastrano perfettamente con il basso pulsante e la batteria. Segnalo la traccia finale “Errors”, ma tutto il dischetto è molto ben suonato e ha un’identità molto precisa.Il comunicato recita cosi e racchiude tutto :”Un disco scuro, splendidamente pessimista, che cerca la propria identità dialogando con gli anni 80, l’elettronica e qualche scampolo di industrial noise, in un impasto denso e ipnotico”.
Slowmother: Slowmother(Autoproduzione 2015)
Restiamo a Milano per questo duo nato dall’incontro tra Alessio (voce e chitarra ) e Grace (batteria. Un debutto per gli Slowmother, con suoni molto diretti tra garage e suoni elettronici. 4 brani anche per loro, un dischetto senza troppi sconvolgimenti sonori, molto crudo e diretto, molto belle le elettriche di “Lipstick” con Alessio in grande spolvero mentre la traccia seguente “Outlaw” è più corale. Un prodotto onesto, una band che sicuramente esplorerà di più le sue potenzialità in futuro.
Recensioni di Claudia Giacinti e Fabrizio Fontanelli