Apr 052012
 

Mascara: Tutti usciamo di casa (Eclectic Circus/Universal, 2012)

★★★★☆

I Mascara sono una vecchia conoscenza di Slowcult, avevo già recensito il loro primo valido ep “Amore e filosofia“, e ora la band lombarda (per la precisione Varese) arriva al primo cd. Il lavoro è stato anticipato da un interessante serie di teaser video girati anche con Iphone 4, e per dare vita a queste undici traccie i Mascara hanno usato come sala prove un ex cinema. La prima cosa che balza all’anima ascoltando questo viaggio è un’evidente maturità per quanto riguarda composizione e sonorità, che, anche se molto legata a una new wave ben precisa, si sviluppa in una forma canzone matura e potente,(da citare l’ottimo lavoro del team Matteo Cantaluppi/Ivan Rossi/Raffaele Stefani). E’ un lavoro che necessita di piu’ascolti, di diverse letture, molto curato nei dettagli. Lo si può considerare, anche dalla visione dei video, un concept album che affronta il delicato tema del passaggio dall’infanzia alla età adulta con tutti i sussulti e tutti i cambiamenti che questa fondamentale transizione comporta. “Dorian”(Postmodern Parte I) con un inizio corale detta l imprimatur e la scelta stilistica del lavoro, lasciando spazio a uno dei brani più belli del lavoro ovvero “I Giorni di Urano contro”. La cura dei suoni, la voce in primo piano e le orchestrazioni affascinano, il tutto a servizio di una scrittura mai banale. Piu seguiamo le storie raccontate e le forti immagini descritte più c’è la sensazione che i Mascara stanno raccontando i nostri giorni, le nostre immagini, i nostri occhi e un amarcord, una malinconia a noi vicina. Altri brani che meritano una speciale menzione la title track, “Un figlio lo sa” con un testo molto toccante e la traccia finale “L’ultimo viaggio di Argo”.
E’ un disco importante in tempi di ritorno di new wave, ma quello che colpisce approfondendo gli ascolti è uno spiccato gusto per le orchestrazioni. I Mascara si sono avvalsi di giovani musicisti provenienti dal Conservatorio di Milano e un coro di 35 bambini. Questo porta un apertura, un aria che si incastra perfettamente con il suono della band di Varese completandolo e dandogli un qualcosa di veramente unico e speciale. Un cd (sarebbe interessante una versione in vinile) che conferma quanto di buono proviene dalla provincia italiana, ambizioso ed elegante che pone i Mascara come una delle band più interessanti e noi di Slowcult continueremo, come sempre, a seguirli nel loro percorso.

Recensione di Fabrizio Fontanelli

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