Psycho Kinder: Diario Ermetico, Fonetica Meccanica, 2018
Ci sono zone inesplorate dell’underground nazionale, soprattutto quello più “oscuro”, che riservano sorprese incredibili, mettendoci a confronto con gemme nascoste, ma che risplendono, a saper ben vedere, di straordinaria bellezza creativa, dimostrando talento musicale e rivelando testi di incredibile valore ed arcana profondità.
E’ il caso della one man band marchigiana Psycho Kinder, progetto Ambient, Electronic Noise, Spoken Word, realizzato da Alessandro Camilletti nel 2009 che da allora, servendosi via via di vari “compagni di viaggio”, produce album di notevole qualità e spessore intellettuale e che con questo Diario Ermetico raggiunge vette di sconfinato splendore.
Un percorso iniziatico di rara coerenza e determinazione, quello che Psycho Kinder ha effettuato nel corso degli anni, intriso di riflessioni filosofiche, intuizioni sapienziali e citazioni di grandi poeti del Novecento come Pound, grandi scrittori come Leopardi (particolarmente caro al musicista), Junger, Heidegger.
Diario Ermetico rappresenta un impasto di suoni mirabile e profondo, derivante anche dal talento di Deca (Federico De Caroli), musicista elettronico savonese tra i più misconosciuti e creativi del nostro paese, di cui Camilletti si è avvalso, affidando a lui la parte compositiva. Deca è un musicista Ambient stimato su scala europea, fortemente animato da tendenze sperimentali, autore anche di colonne sonore e musiche per la Rai, le cui composizioni sono animate da un grosso afflato emozionale e impronta fortemente visionaria. L’incontro dei soundscapes di Deca con le virtù declamatorie, piene di ancestrale pathos di Camilletti, che ha composto le parti vocali di quasi tutte le tracce, ad eccezione della quarta, attribuita a Luca Ormelli, compone un quadro inedito, di grande suggestione e visionarietà. Vengono in mente i Current 93, nel loro percorso ultraventennale nel folk apocalittico, i Coil, i Death in June e la loro aspra, tragica poesia. Il tutto con una perizia ed una consapevolezza abbastanza inusuali nel panorama artistico del nostro paese.
Le tematiche del musicista marchigiano si esprimono attraverso una declamazione drammatica e potente, piena di tensione profetica, rivolta ad una introspezione profonda e dolente, quasi un percorso esoterico di grande spessore, che viene percepito dall’ ascoltatore in tutta la sua cupa, devastante drammaticità, che spazia dalla filosofia greca e dalla fascinazione di essa per l’irrazionale, sino a Cioran, ed al nichilismo moderno. Alessandro Camilletti, parafrasando i maestri Joy Division definisce An Ideal For Living la passione per l’Arte, la Poesia, la Filosofia, la Musica. Figlio di Emanuele Severino, più volte fonte di ispirazione filosofica, egli vede nel maestro Franco Battiato, in particolare ne L’Ombra della Luce e in E ti vengo a cercare una fonte primaria di ispirazione poetico musicale. Altra fonte di riflessione filosofica è Schopenauer, in particolare Il Mondo come Volontà e Rappresentazione, che propone una visione pessimista, in quanto l’uomo tende ad una conoscenza infinita, e si rende conto della impossibilità di raggiungerla, rendendo la vita una faticosa battaglia per l’esistenza, caratterizzata da una alternanza di dolore e noia. L’arte è l’unico riparo per l’anima ferita ed in particolare la musica. Psycho Kinder trasfigura questi concetti filosofici ed esistenziali nichilisti attraverso una visione cupa ed allucinatoria, creando con le sue composizioni musicali un lungo e significativo incubo elettronico, (ciò rileviamo attraverso l’ascolto dei suoi precedenti album, (Il Tramonto dell’Evidente, Psycho Kinder Tapes, Extension), che attraverso l’apporto di Deca trova in Diario Ermetico finalmente uno sviluppo geniale ed una compiutezza inedita nel percorso iniziatico e sapienziale.
Assolutamente appropriati, nel nuovo album, i frammenti raccolti da “Solaris” di Andrej Tarkowsky, dal “Posto delle Fragole” di Ingmar Bergman, dall’esoterico “El Topo” di Alejandro Jodorowsky, dalla splendida Lettura di Pier Paolo Pasolini del “Canto LXXXI” tratto dai Canti Pisani di Ezra Pound. Che dire? Un’opera sorprendente, suggestiva, che meriterebbe di essere conosciuta al di fuori delle nicchie di appassionati, che la custodiranno gelosamente come in uno scrigno segreto, riposto nel più profondo dei mari.
Recensione di Dark Rider