(Megasound / Stirpe999 / Offset Records / Dischi Bervisti / En veux-tu? En v’là! / Pinkman Studio, 2017)
Rimettersi in discussione richiede tempo e costanza, e delle basi solide da cui partire: è per questo motivo che questo nuovo capitolo di una delle vicende più interessanti della scena sperimentale romana e nazionale è uscito a distanza di ben cinque anni dal precedente. In mezzo c’è stata una gran quantità di concerti in Europa e negli Stati Uniti, ma anche una consistente ridefinizione di alcune importanti coordinate del progetto in seguito alla separazione dal sassofonista Marcello Allulli e alla conseguente amputazione del suffisso –trio dal nome del gruppo. Questo album, il terzo dopo “Tsuzuku” (2005) e “Nohaybandatrio” (2012) e come i precedenti registrato in presa diretta, esce dunque a nome NoHayBanda! e rappresenta quasi un nuovo inizio, almeno dal punto di vista del suono della band, e in parte anche dal punto di vista compositivo.
La formazione è ora un duo: alla sua postazione con basso e chitarra preparati Fabio “Reeks” Recchia ha aggiunto un synth, e il tutto è suonato simultaneamente, mentre Emanuele Tomasi ha dotato la sua batteria di trigger che permettono a Recchia di trattarne in tempo reale il suono e di gestire dal vivo tutto il sound design della band. Insomma, due persone che suonano come se fossero (almeno) quattro più il fonico, incredibili e quindi imperdibili da vedere dal vivo.
La rinuncia al sax ha significato l’eliminazione pressoché totale delle sfumature jazz dal suono del gruppo, in favore di un robusto innesto di suoni elettronici, di un’enfatizzazione della componente ritmica e di un interplay ancora più compatto e chirurgico tra i due musicisti. Ed è forse questo il più sostanziale punto di forza del duo: soprattutto per quanto riguarda gli aspetti ritmici, sono stupefacenti l’identità di pensiero e la sintonia nell’azione tra il complesso ma sempre fluido e trascinante stile batteristico di Tomasi e l’approccio percussivo e rumoristico di Recchia su basso e chitarra.
Anche le strutture dei brani (pur mantenendo sostanzialmente immutata la forma di sempre con un tema iniziale, uno sviluppo centrale libero e una ripresa finale del tema) sono più asciutte rispetto al passato, quasi a non voler mai interrompere la pulsazione ritmica, ma senza comunque rinunciare a momenti più free e improvvisati. Volendo quasi forzatamente fare un nome i nuovi NoHayBanda! possono ricordare certe cose dei meravigliosi newyorkesi Battles, ma fondendo insieme math, elettronica, funk, progressive, noise e qualche avanzo di jazz, i due hanno creato una formula magica tra le più originali e contemporanee che si possano incontrare in Italia e in tutta Europa.
I titoli dei brani sono enigmatiche sigle di tre caratteri, e sin dalle prime note di “SS1” a farla da padrona è l’interazione tra l’elettronica e gli incastri ritmici tra chitarra, basso e batteria, con l’arpeggiatore che scandisce il tempo su cui gli altri strumenti marciano ora zoppi, ora dritti e possenti. “WCK” fa lo stesso con in più un riff sinuoso e dissonante, e prende a sberle chi ascolta prima che il synth si lasci andare in un tema epico e romantico, benché fatto di pochissime note. La sognante “APX” e la decisamente più esplosiva “RKL” volano tra temi quasi prog, suoni di sapore sci-fi e frenesia drum ‘n’ bass, mentre “BLD” è una rilavorazione in chiave elettronica della splendida “Ballad” che compariva nel precedente album in studio. Chiudono il disco “PPS”, puro caos schizofrenico risolto da un tema che sembra preso da un vecchio film horror, e “BNM” che fa il percorso inverso suonando un groove travolgente fino allo sfinimento, scarnificandolo ed esasperandolo a ogni nuova ripetizione.
“NoHayBanda!” è un disco denso, stratificato, complesso da esplorare, forse meno accattivante dei precedenti soprattutto dal punto di vista melodico, ma anche più immediato e coinvolgente dal punto di vista ritmico, oltre che più ambizioso dal punto di vista sonoro. È soprattutto la testimonianza di come uno dei progetti più significativi e sovversivi del panorama musicale dello Stivale abbia saputo evolversi profondamente in soli tre album, mantenendo a livelli altissimi l’ispirazione e la qualità della propria musica.
Recensione di Andrea Carletti
I NoHayBanda! saranno in tour in Italia a ottobre in compagnia dei Uochi Toki, un altro unicum italiano, di sponda hip-hop. Un’accoppiata da non perdere. Queste le date: