Breaking the Fence: Niente Rimane (Autoprodotto 2018-Chains)
Ripartiamo il nostro viaggio nell’Italia che suona e ripartiamo da Padova. Nonostante il nome inglese, la band padovana ci offre un ep di sei brani di un bel rock molto ben cantato e suonato. La band già dal nome è uno statement. Rompere le barriere, e a livello sonoro la band suona pura e aggressiva al punto giusto La cartella stampa recita di un disco generazionale,. storie di ragazzi verso i 25 anni con tutte le loro pulsioni e bilanci sia del passato che proiezioni verso un futuro sempre incerto. Ma i Breaking the Fence non sono incerti nel suonare su disco compatti senza barocchismi inutili, con ottimi bilanciamenti degli strumenti e la bella voce di Giorgio Cagnin. E “Indifferente” è già un hit. Segnalo anche “Santa Maria”.Ottima la produzione di Mattia Zocccarato.
Odiens: Long Island Baby (Costello’s Records 2018)
Da Padova torniamo nella Capitale, e ci troviamo tra le mani un elegantissimo cd. 9 Three Dimensional Track in Full Color Kodachrome come recita la copertina. Si parla degli Odiens, band attiva sin dal 2012, e che spesso li avete potute scorgere dividendo palchi e storie con The Niro, Buzzocks, e i Tre Allegri ragazzi morti. Questo album di nove brani è un bel compendio di atmosfere retrò, psichedelia, e new wave, tutto però in lingua italiana. Il grande pregio della band romana è quello di proiettarti dentro un film, i brani sono molto cinematici, già i titoli delle canzoni potrebbero essere capitoli di un libro o di un film, tra omaggi a Thelonius Monk, supereroi bengalesi, scorci romani e atmosfere molto lascive la band suona sempre con grande gusto e personalità. Segnalo la prima “Manage a trois (meno due) e “Alka Seltzer” e “Il ragazzo che soffriva ad oltranza”.
Barack: Lose the map find your soul (Prismopaco records 2017)
In questo moto frenetico di ascolti, lasciamo la Capitale e ci trasferiamo negli studi di Lucantonio Fusaro e Claudio Piperissa dei Mascara di cui spesso abbiamo letto qua su Slowcult. I due Mascara hanno preso sotto la loro ala protettiva l’italo francese Barack (Lorenzo Clerici) per questa sua seconda uscita discografica, dopo l’EP “The Journey I Never Made”. Questa volta il suo viaggio sonoro è sulla lunga distanza ed è un lavoro veramente affascinante e avvolgente, ottimamente arrangiato e registrato. Il viaggio qua si compie in tutte le sue sfumature, suoni folk, sperimentazioni ed atmsofere oniriche tengono l’ascoltatore sempre allertato a scoprire una varietà di suoni ottimamente calibrati in un flusso sonoro ottimamente ripreso.
Recensioni: Fabrizio Fontanelli