Roma, Init, 25 marzo 2009
Affluenza inaspettatamente alta all’Init per il concerto degli olandesi zZz (sì, si pronuncia proprio nello stesso modo in cui imitate il suono di una zanzara in volo…), duo formato dal batterista e cantante Björn Ottenheim e dal tastierista Daan Schinkel.
Il concerto inizia tardissimo, passata la mezzanotte, e sin dai primi brani si capisce subito quale sarà l’andazzo dello show: l’enorme Björn sfoggia la sua fascetta, pesta sempre con lo stesso ritmo sul suo drumkit più che minimale e canta con un timbro vocale che vuole esplicitamente ricordare quelli di Ian Curtis e di Jim Morrison, fatte le dovute proporzioni e senza tutto il loro carico drammatico, anzi con un’aria piuttosto divertita. Daan sevizia le sue innumerevoli tastiere, in particolare l’organo Hammond, vera e propria matrice fondamentale del “Sound of zZz” (che è anche il titolo del loro primo album). I due suonano uno strano miscuglio di new wave, space rock, synth pop e dance, condito con qualche raro sprazzo di psichedelia, che ha suscitato un certo interesse da parte della critica. Le canzoni sono molto semplici con una struttura essenziale e il sound generale vuole di certo essere molto accattivante, quasi ammiccante al commerciale. La partenza è sparata: cassa dritta, ritmo sempre uguale, voce con una gran quantità di riverbero, in pieno stile anni ’80, semplici refrain di tastiera, quasi da videogioco. Il pubblico sembra apprezzare e molti danno subito il via alle danze, con grande soddisfazione dei due olandesi, stupiti per la calorosa accoglienza loro riservata. Si riprende fiato con la psichedelica “Angel”, forse uno dei migliori brani suonati dal gruppo, sebbene pesantemente debitrice verso molta new wave, Joy Division su tutti. Stesso discorso per la successiva “Lover”: entrambe sono estratte dal loro secondo e più recente album “Running with the Beast”.
Il suono è molto potente, e Daan sfodera una notevole quantità di suoni, forse l’unico vero tocco che distingue una canzone dall’altra. Con “Spoil the Party” e “ Sweet Sex” si ritorna al pop ballerino dei brani iniziali, mentre in “Amanda” Björn lascia la batteria e si limita a cantare in piedi, mentre tutta la produzione sonora, base ritmica compresa, è affidata ai sintetizzatori di Daan. “Soul” è un richiamo esplicito ai The Doors, ed è seguito dal brano che più ha contribuito a renderli famosi, ovvero il singolo “Grip”, colonna sonora di un recente spot della FIAT, e piuttosto simile al resto dei brani suonati. Gli zZz abbandonano il palco e tornano poco dopo, richiamati a gran voce, per un paio di brani, l’ultimo dei quali è chiuso da una lunga coda rumoristica, per la verità piuttosto sconclusionata e poco convincente ma che incontra comunque il favore del pubblico, con Daan in piedi sulla sua montagna di tastiere.
Un’ora di concerto che di certo non ci fa gridare al miracolo. I brani erano poco originali e troppo simili fra loro, ancora più che su disco, e troppo pochi erano quelli che si distaccavano, su tutti “Angel” e “Lover”. La musica degli zZz risulta comunque sincera, di facile ascolto e divertente, sia per i due olandesi che la suonano, sia soprattutto per chi ama ballare, come dimostrato da gran parte del pubblico.
Live report di Andrea Carletti