Roma, Circolo degli Artisti, 7 marzo 2008
Prendete una buona dose di folk, unitelo con un pizzico di campionamenti ed elettronica ed il cocktail è servito. Di primo acchitto la ricetta sembrerebbe un insulto a tutti i manuali di gastronomia musicale, eppure nel caso dei Tunng funziona, eccome ! Mike Lindsay, produttore/programmatore ha cominciato a sperimentarla nel 2003 con Sam Genders, folksinger, in quel di Londra. L’idea di base era di andare contro un genere storicamente chiuso a sperimentazioni rilanciandolo verso un futuro innovativo. Definire i Tunng significa immaginare, che so, Donovan che incide con i Massive Attack, oppure Simon & Garfunkel in concerto con i Portishead.
Il combo albionico si presenta dal vivo con i due di cui sopra accompagnato da altri quattro musicisti, Ashley Bates, Phil Winter, Becky Jacobs e Martin Smith. In sostanza, quattro voci, 3 chitarre, Becky che quando non canta si diletta con fiati, percussioni e giocattoli per bambini, un polistrumentista e Mike al computer alle loro spalle. Scanzonati trovatori moderni, incantano con melodie raffinate shakerate con campionamenti, dando l’idea di divertirsi alla grande. Il Circolo degli Artisti, pieno, gradisce e si diverte a sua volta. Il repertorio è per la maggior parte tratto dal recente Good Arrows, canzoni veloci e mai scontate, che scendono sugli astanti dando la sensazione di essere ad un falò in spiaggia. L’ora di concerto vola via in un lampo. Abbiamo trovato un fenomeno che prima o poi farà parlare di se in ambienti ben più grandi, se continueranno a proporsi con questa fantasia e questo coraggio. Bravi.
Il concerto dei Tunng è stato preceduto dal mini live set di Riccardo Sinigallia, accompagnato dal fratello chitarrista Daniele, qui chissà perchè presentato come Saltagallo, che ha presentato una mezza dozzina di canzoni. Giustamente considerato uno dei migliori cantautori della nuova scuola romana, schivo e timido come di consueto, ha snocciolato alcuni brani tratti dal suo secondo album ‘Incontri a metà strada’, tra cui ricordiamo ‘Uscire fuori’, nonché l’applauditissima ‘La descrizione di un attimo’, forse uno dei migliori brani scritti in Italia negli ultimi anni, tratto dalla precedente collaborazione con i Tiromancino, dei quali sembra aver mantenuto l’anima più pura, lirica e meno commerciale.
In questa veste scarna, i brani rivelano la grande capacità melodica di Sinigallia e ne mantengono intatto lo spessore artistico, dandoci un’ennesima conferma del suo valore e della sua classe.
Recensione by Attilio