Roma, Init, 18 Aprile 2014
Sei anni esatti, sono passati, dal 7 marzo 2008.
Una vita, per alcuni. Ieri, per altri.
I Tunng si spostano di pochi metri, dal Circolo all’Init. Sam Genders, colui che aveva portato il folk nella band, ha salutato tutti cercando fortune improbabili soliste.
Mike Lindsay, l’altro fondatore, il produttore\programmatore, l’ha presa talmente bene che anziché virare verso nuove sonorità ha preso il posto del dimissionario alla chitarra acustica rendendo la band ancora più folk di prima, se possibile.
Venire a festeggiare la Pasqua a Roma ha sempre il suo fascino.
Ma se decidi di suonare di venerdi santo senza una robusta e capillare attività di public relations , allora le trenta anime presenti, forse cinquanta è il massimo che si possa ottenere.
Viene anche il dubbio che al gruppo stia bene così ; sono qui in modalità gita pasquale , non si sono portati appresso nemmeno il merchandise per alzare qualche euro in più, si montano e smontano il palco da soli, chiacchierano tra loro e con noi della loro gita giornaliera ad Orte , si improvvisano roadie uno per l’altro , nessuna scaletta sul palco, si va a memoria, giusto un tovagliolo da pizzeria con un testo vergato di pugno sopra, probabile una nuova composizione, insomma, le Bucoliche !
Peccato, perchè si capisce che in sei anni di passi avanti verso la popolarità se ne sono fatti pochi, a discapito di una qualità musicale sempre eccelsa ed originale.
Non a caso, tra i trenta fortunati, forse cinquanta, c’è un Teho Teardo molto divertito ed attento alle costruzioni melodico\elettroniche dei 5 albionici.
Che costruiscono uno spettacolo di suoni sognanti , melodie vellutate, sterzate di ritmi improbabili , imprevedibili e poi di nuovo virare su un folk mai noioso o ripetitivo.
Un gruppo fantastico , che meriterebbe ben altre fortune, ma per i trenta presenti, forse cinquanta, una serata magica.
Ci risentiamo tra sei anni, forse cinquanta, speriamo prima…
Recensione di Attilio
foto di Fabrizio Forno