Ott 092013
 

Birdeatsbaby + Neverflowers + Mishkin Fitzgerald, Roma Asino che Vola, 4 Ottobre 2013

★★★½☆
Noi di Slowcult siamo molto legati a questo live club che si è ritagliato un posto importante nella programmazione non solo romana di musica di alta qualità, ci abbiamo tenuto una bellissima Slowfesta e con immenso piacere noto che in questo ex locale di musica caraibica (esiste ancora speranza di riappropriarci di posti di massa per dirottarli verso altro) il concerto di riapertura per la stagione 2013/2014 è affidato a una band che conosco molto bene avendoci diviso il palco al Rock City di Roma al Parco degli Acquedotti, un pò di tempo fa assieme anche ai Belladonna.

Sono i Birdeatsbaby di Brighton, Uk, alfieri di un rock definito dark cabaret, indie-noir, un’etichetta direi molto azzeccata che delimita le fantasie sonore e la creatività della sua front woman Mishkin Fitzgerald che stasera aprirà il live della sua band con un suo set solista.
La band allora mi aveva molto impressionato, essendo solo voce/piano, violino, basso e batteria mi/ci avevano trascinato in un universo sonoro molto particolare, da vivere senza filtri mentali, con il piano e la personalità della Fitgerald a farla da padrona.
Ero curioso di vederli questa volta in un live club più intimo, e di testare la nuova formazione.
La band ha guidato fino a Roma dalla Germania ed è stanca, ma felice di essser di nuovo in Italia.
Il nuovo video della band di Brighton, proiettato lato opposto dal palco, riscalda l’Asino che Vola, “Ghosts” è il giusto inquietante e molto intenso, molto Birdeatsbaby che con il crudo “Feast of Hammers” avevano già fatto discutere, portando il video ad avere un explicit version per i palati più forti…

Dopo la proiezione del nuovo video Mishkin si impossessa del piano e per una mezz’ora riscalda l’audience, con brani provenienti dal suo cd solista “Present Company” come “Stitches” e “Sugarknife”, una manciata di brani nuovi e una cover di un brano dei Devil Makes Three “Help Yourself”, uno degli apici del suo breve live set.

Mishkin lascia il palco a una band romana tutta al femminile, le Neverflowers, un affascinante viaggio sonoro tutto al femminile, guidato dal piano estroso e sinuoso di Licia Missori, la voce molto evocativa di Valentina Spreca alla voce e il cello di Fabrizia Pandimiglio.
E’ il momento dove il dark cabaret lascia spazio a musica appunto evocativa, che ci porta in altre epoche con liriche in inglese intramezzate a volte a recitato in Italiano, il che porta il trio ad una dimensione teatrale più che da club. La maggior parte dei brani provengono dal loro primo ep e canzoni come “Surrealight” e “The Train to Rovaniemi” sono piccoli viaggi sonori tutti da gustare. Molto belle anche “Identity Pot”,”Suspended in Wonder” con appunto un bel recitato in Italiano e la cover conclusiva del set, una gustosa rilettura di “Lovecats” dei Cure.

E poi è il turno dei Birdeatsbaby, “Uccellomangiabambino” come dice in italiano Mishkin, e devo dire che la band anche grazie ai nuovi acquisti, in particolare della violinista/cantante Tessa Gilles affascina e conquista l’audience, i brani del precedente cd sono rivatalizzati in particolare una versione molto rough del loro inno “I always hang myself with the same rope” con Tessa in grande spolvero. Scorrono poi”Anchor”, la nuova “Ghosts”, “Hands of Oriac”, e spunta anche una cover dei Muse “Muscle Museum” rivisitata e “corretta” dall’indie noir del quartetto di Brighton.
Una bella serata davvero, in una location perfetta, con un pubblico per lo più attento.

I Birdeatsbaby e le Neverflowers sono delle band da tenere d’occhio per intensità, originalità e grande attenzione alle performance molto sentite.
Un altro appunto piacevole alla serata è vedere come il tutto è stato organizzato da due fans romani e musicisti come Paolo Perilli (Laviàntica) e David Zulli un segnale come tutti noi possiamo veicolare e far conoscere delle realtà musicali, non solo condividendo video o altro su dei social network, ma facendo un passo ulteriore per una piena fruizione di esperienze sonore che meritano di esser vissute.

Live Report di Fabrizio Fontanelli
Foto di David Zulli

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