Roma, Auditorium Parco della Musica, 8 ottobre 2011
Tori Amos è tornata all’Auditorium Parco della Musica per presentare “Night of Hunters”, il suo ultimo album: “Ho usato la struttura di un classico ciclo di canzoni per raccontare una storia moderna. La protagonista è una donna che si trova tra le braci morenti di una relazione. Nel corso di una notte passa attraverso un’iniziazione che la porta a reinventarsi, permettendo all’ascoltatore di seguirla in un viaggio che esplora la complessa materia musicale e il soggetto emotivo. Uno dei temi principali esplorati in questo album è quello del cacciatore e la preda e di come entrambi esistano all’interno di ognuno di noi”.
Sul palco ci sono solo un pianoforte classico a coda, uno elettrico, quattro leggii e uno sgabello. L’artista che si esibirà tra poco è una pianista straordinaria, intensa perfezionista, impetuosa e passionale, una musicista colta e coraggiosa che non ha mai smesso di proporre nuove personali sperimentazioni musicali. D’altra parte se lo può permettere, è una vera musicista, le sue performance superano sempre le aspettative. Per questo tour ha scelto di essere accompagnata da due violini, una viola e un violoncello: gli Apollon Musagete Quartett. Sono questi quattro bravissimi giovani musicisti polacchi a fare il loro ingresso per primi sul palco. Prendono posto e affrontano subito la platea attonita con un brano incalzante preludio all’arrivo di Tori Amos. Alle 21.40 si inchina al pubblico, piegandosi sulle ginocchia e allargando le braccia in avanti come a raccogliere l’applauso fragoroso e caldo. La massa rossa e lucente dei capelli le cade sul viso nascondendolo. Lei è già una dea, avvolta in uno scuro caftano laminato da cui spuntano sandali d’oro. Si siede al pianoforte. Il primo brano introdotto dagli archi è Shattering Sea. La voce di Tori Amos è limpida e armoniosa, uno strumento che completa la piccola orchestra. Le luci ci proiettano dentro la natura più perfetta, quella di un cielo stellato, di una foresta incontaminata, o di un mare immenso. Siamo esseri evoluti e perfetti all’interno di una natura potente che ci rispecchia. E la musica è l’espressione più primordiale e allo stesso tempo più sofisticata della natura divina dell’uomo. Un concerto con sonorità classiche e contenuti pop. Musica ancestrale, evocativa e allo stesso tempo colta e ricercatissima. Gli archi accompagnano il pianoforte virtuoso di Tori Amos, inseguendolo esaltandone gli accenti e la morbidezza, siamo davanti a un’esecuzione sinfonica, complessa e completa. Non a caso la rivista Rolling Stone ha definito Tori Amos una delle migliori performer dal vivo. Indubbiamente Tori Amos ha un pubblico esigente, ma adorante, come lei merita, perché dietro la sua musica si sente il lavoro di un’artista tenace e ispirata, che come i grandi artisti di tutti i tempi sa, che la sua arte è sì un dono di natura, ma anche un percorso di ricerca e di crescita.
Shattering Sea
Way Down
Suede
Snow Cherries From France
Girl Disappearing
Beauty Queen/Horses (solo)
Ribbons Undone (solo)
Mr. Zebra (solo)
Cloud On My Tongue
Siren
Star Whisperer
Doughnut Song (solo)
Tiny Dancer (Elton John cover, solo)
Graveyard (solo)
Cruel
Fearlessness
Baker Baker
Winter
A Multitude Of Shades
Your Ghost
Northern Lad (solo)
Playboy Mommy (solo)
Nautical Twilight
Big Wheel
Recensione di Constance