Lug 242011
 

Vigevano, Flippaut Alternative Reload, 12 luglio 2011

★★★½☆

Gli Strokes gravitano nella loro orbita di ombre e rock’n’roll. Una band ai limiti dell’addio, vittima di se stessa. Lo dimostra il fatto che i pezzi suonati provengono in gran parte da “Is this it”, il loro primo album, nonostante i 4 dischi all’attivo. E tutto ciò è molto significativo e emblematico. Oltretutto ci si mettono anche i problemi tecnici a rendere il tutto più complicato.
Il concerto parte con 3 classici che ci massacrano dentro e fuori. “New York city cops”, ed è il delirio totale, “Alone together” e “Reptilia”, manco a dirlo quello che succede. Con “Machu Picchu” finalmente ci viene data la possibilità di respirare. Si prosegue con altre quattro gemme, 2 da “Is this it” e le 2 migliori del nuovo “Angles”, nell’ordine “Last nite”, “Taken for a fool”, “Is this it” il pezzo che ha dato inizio al millennio e sono quasi lacrime, e “Taken for a fool”, su cui non si può fare a meno di saltare come pazzi. La stessa band sembra stupita dal pubblico italiano, al quale non si concede da ben 5 anni. Basterebbe questo delirio a far capire alla band che sarebbe veramente un gran peccato sciogliersi. È tutto meraviglioso e così nostalgico fino a “The modern age”, il più bel pezzo degli ultimi 10 anni, quando iniziano i problemi tecnici. Valensi parte, ma la distorsione è folle, si ferma, si aspetta che tutto si risolve e riparte. Per fortuna il pezzo riescono a finirlo, ma è iniziata la guerra tra impianto e band. Chi la spunterà? Il comunicato pubblicato sul sito della Barley ci assicurerà che non è stata colpa di nessuno, e che si è trattato di un fisiologico calo di pressione dopo 6 ore di concerto. Di certo la delusione si legge nelle facce dei fan. Andatelo a chiedere a chi organizza i festival seri se i black out sono così fisiologici… Comunque la guerra va avanti, “What ever happened?” e “Life is simple in the moonlight” le vince l’impianto che si spegne durante i pezzi. “You only live once” e “Someday” (veramente stratosferica) le vince la band, per fortuna, mentre “You’re so right”, la vince l’impianto e ad essere sinceri non ci dispiace neanche un po’. Scusa Nikolai, ma quel pezzo è inascoltabile. Con “Take it or live it” i ragazzi chiudono quest’odissea, prima del tempo (soli 15 pezzi neanche completati, rispetto ai soliti 19). Va detto che la band non ha colpe, è veramente difficile soddisfare un pubblico così assetato con un impianto del genere. Ma di certo potevano provare a concedersi un altro po’.
I bei tempi sembrano ormai andati e difficilmente torneranno. È un dolore salutare quella che è stata la band più importante degli ultimi 10 anni… Anche se tutti nel profondo speriamo che abbia ragione il nostalgico ottimista Fraiture quando dice che i rapporti nella band sono ottimi e che non vedono l’ora di tornare in studio per registrare il quinto album.
P. S. Non abbiamo parlato dei live precedenti, i Glasvegas veramente poca roba e i Verdena che dal vivo spaccano clamorosamente ma questo già lo sapevamo e poi è un capitolo a parte.

Live report di Alessandro Lepre

Scaletta

New York City Cops
Alone, Together
Reptilia
Machu Picchu
Last Nite
Taken For A Fool
Is This It
Under Cover of Darkness
The Modern Age (interrotta per problemi tecnici, poi ripresa)
What Ever Happened? (interrotta per problemi tecnici)
Life Is Simple In The Moonlight (interrotta per problemi tecnici)
You Only Live Once
Someday
You’re So Right (interrotta per problemi tecnici)
Take It Or Leave It

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