THE CURE, Roma 11 ottobre 2008, Piazza san Giovanni
Qualcuno si chiederà perché il buon Robert Smith si conceda al pubblico anche quando sa benissimo che non si tratta del “suo” pubblico.
Parliamo di quando partecipò con i suoi Cure al nostrano Festivalbar, e parliamo soprattutto dello scorso sabato 11 ottobre, in Piazza San Giovanni, in occasione dello ‘street party’ firmato Coca Cola ed MTV che, dal 2003, porta sulle piazze italiane gli artisti più in voga o che comunque, sono freschi di nuova uscita.
E’ proprio il caso dei Cure, che scelgono Roma per lanciare il loro ultimo lavoro in diretta televisiva, in anteprima mondiale, ed in una piazza gremita di gente, tanto più che il concerto è gratuito e il clima più estivo che autunnale.
Questo giustifica la presenza di molti più teenagers che 30-40enni, anche se, in più di una occasione, trae in inganno la presenza di “adulti” (trattasi di genitori accompagnatori).
Ed è proprio la figura dei piccoli fans che definisce quanto consenso o comunque quanto interesse è riuscito a riscuotere il gruppo anche da parte di chi lo conosceva poco e che partecipava all’evento per assistere al live degli altri ospiti o semplicemente per trascorrere in musica il sabato sera.
Durante la prima parte del live, nel quale pochi prestavano attenzione, trattandosi di pezzi nuovi e quindi sconosciuti, ci si diverte ad ascoltare i commenti dei vicini, incentrati ovviamente nella persona di Robert Smith, un musicista che indubbiamente suscita curiosità nella gran parte di tutti noi.
In una particolare occasione, il front-man si è lasciato andare in uno dei suoi caratteristici sorrisi, e l’osservazione di due ragazzi, forse non conoscendone bene la mimica, è stato che quello era il primo che gli vedevano fare. Chi invece di Robert Smith ne vive da trent’anni sa che il suo fascino sta proprio nel suo fare un po’ buffo un pò tenerone, e che i suoi sorrisi sono tutt’altro che rari!
Un po’ come chi, intervistato dai due presentatori fra una session e l’altra, definisce il gruppo “mitologico”.
La “mitologia” sta forse nel fatto che sono ancora in scena senza tradire stanchezza e pesantezza? Lasciando svolazzare l’interpretazione, è certo che il gruppo continua a riscontrare ogni volta un calore inaspettato.
Di fatto, nella prima ora di musica, i Cure suonano tutto il loro nuovo album 4.13 Dream che, da quel che si è sentito , poco si discosta dalle sonorità del precedente, tirando fuori, fra gli altri, un paio di brani decisamente notevoli.
I nuovi brani sono Underneath the stars, The only one, The reasons why, Freakshow, Sirensong, The real snow white, The hungry ghost, Switch, The perfect boy, This. Here and now. With you, Sleep when i’m dead, The scream, It’s over.
Dopo qualche minuto si ripresentano con un bis di pezzi ormai entrati nella storia della musica, cercando ovviamente di rimanere nel tema della serata, e quindi scegliendo un repertorio piuttosto leggero.
Ed ecco Lullaby, dove, se ancora qualcuno non se ne fosse accorto, si nota subito l’assenza delle tastiere, magistralmente sostituite dalla chitarra di Smith con un suono che ricorda il mandolino. E poi Fascination street, Wrong number, The end of the world, The walk, Lovesong, Friday i’m in love, In between days, Just like heaven, Boys don’t cry.
Il tutto per un’ora e 40 minuti di concerto, con un discreto sonoro, e con la voce del cantante-chitarrista che – continuiamo a confermare – sembra quasi migliorare con l’età che avanza.
Scaletta : underneath the stars, the only one, the reasons why, freakshow, sirensong, the real snow white, the hungry ghost, switch, the perfect boy, this. here and now. with you, sleep when i’m dead, the scream, it’s over,
E1: lullaby, fascination street, wrong number, the end of the world, the walk, lovesong, friday i’m in love, inbetween days, just like heaven, boys don’t cry
Recensione by Laura