Roma, Auditorium Parco della Musica 31 ottobre 2012
Mentre Roma è invasa da spiriti e zucche illuminate all’Auditorium di Roma si svolge una bella serata di musica splittata tra la raffinatezza di Joe Jackson e le atmosfere peculiari dei Cranberries che finalmente sono tornati in tour dopo aver annullato le date estive per volontà della carismatica cantante Dolores O’Riordan.
E che è Halloween è stasera lo si vede anche sul palco dove vengono illuminate due zucche accanto la cassa della batteria e da un drappo molto gothic style come scenografia. Qualche ragazza vestita da streghetta nell’audience completa la serata.
Dopo 20 anni di carriera la band irlandese, con tutti i suoi alti e bassi e i suoi stop per dare via libera alla O’Riordan di fare due album solisti, ha ancora un nutrito e calorosissimo zoccolo duro che accoglie il ritorno dei quattro di Limerick (coadiuvati da una tastierista cantante e da un altro chitarrista) con un grande affetto e voglia di condivisione. Dolores è in grande forma e non si risparmia i contatti con l audience, “Just my imagination” da il via alle danze ed è il caso proprio di dirlo viste le movenze della O’Riordan che fanno esplodere la sala, l’acustica non è il top, ma migliorerà via via durante il live set. Sfilano via brani come “When you’re gone”, “Free to decide” il loro primo massive hit “Linger”, e la folla cerca constantamente un contatto con Dolores che non si tira di certo indietro, dialoga con i fans, stringe mani, saluta la galleria, prende anche un kinder bueno dall ‘audience e fasci di rose facendo salire sul palco una bambina. La scaletta è un sapiente mix di canzoni tratte dalla discografia ufficiale, ma ci sono anche due incursioni nei cd solisti della O’Riordan come la bella “Ordinary day” e in finale di set “The Journey”, ma le vere perle della serata sono le ballad come “Dreaming my dreams”e “No need to argue”. C’è da dire che brani di “Roses” il loro ultimo lavoro, sono leggermente migliori nella resa live anche se onestamente il cd è debole e solo il singolo “Tomorrow” è un bel sentire tra armonie classiche del quartetto di Limerick. Immancabili poi i brani blockbuster della band come “Zombie”, “Salvation”, e molto belle le renditions live di “Desperate Andy”, “Ridicolus thoughts” e “I can’t be with you” . Peccato non aver sentito brani come “Ode to my family” o la bellissima “Animal Istinct”, ma alla fine è stato un concerto dove i Cranberries a 20 anni di cammino si sono riaffermati come band che almeno live ha ancora un gran bel live set pieno di perle pop come la “Dreams” un finale di celebrazione perfetta.
Recensione di Fabrizio Fontanelli