Roma, Auditorium Parco della Musica 18 gennaio 2008
La rassegna ‘Generazione X’ ideata da Maurizio Viola, ha il pregio di presentare gli alfieri delle nuove proposte musicali italiane in un ambito prestigioso ed importante come il palco dell’Auditorium, offrendo loro una vetrina ed una struttura in cui poter esprimere al meglio le proprie capacità.
Penalizzato da improvvisa afonia, Maurizio Viola ha delegato il giornalista Alberto Castelli a presentare la serata, nella quale si sono avvicendate due proposte musicali quanto mai distanti e variegate.
Il compito di rompere il ghiaccio è stato affidato ai ‘Bud Spencer Blues Explosion’ un duo di giovanissimi e preparatissimi musicisti romani (del Tufello, come tengono a precisare su myspace), protagonisti di un live set molto energico in cui il virtuosismo chitarristico di Adriano Viterbini ed il drumming compatto e di enorme impatto di Cesare Petulicchio danno vita ad un potente rock cantato in italiano, che poco ha a che spartire col blues citato nel loro nome, ma piuttosto si dichiara erede del migliore hard-rock anni ’70. Un progetto che per diventare davvero interessante ed efficace necessita di essere completato a livello di organico: per quanto abili strumentisti, il suono risulta un po’ povero di variazioni e di soluzioni stilistiche degne della loro bravura.
Il vantaggio di un duo come gruppo spalla è quello che consente un rapidissimo avvicendamento sul palco: giusto il tempo di rimuovere le infernali pedaliere del chitarrista dei BSBE, ed ecco arrivare gli otto elementi degli Smoke, roots band milanese, composta da alcuni dei più importanti musicisti reggae in Italia, tra cui spicca il batterista e vocalist Alessandro Soresini, recentemente visto sul palco dei Casino Royale.
L’impatto sonoro è di quelli forti assai, l’indiscutibile tecnica strumentale della band, ben arrangiata dal ‘maestro’ Marco Zarghi, miscelata ad un particolare impasto di voci, dà vita ad un concerto che parte subito a mille e continua per il resto della serata con la stessa intensità, composto principalmente dalle tracce del secondo recente CD, intitolato ‘Routes’, dagli intensi brani di denuncia sociale e di impegno contro le guerre, le ingiustizie ed ogni forma di segregazione. L’autore dei testi nonché frontman del gruppo è Sean Martin, italiano ma di origine sudafricana, la cui voce calda e cristallina sa ben valorizzare i suoni prodotti sul palco.
Il concerto è stato impreziosito dalla presenza di un ospite d’eccezione, Bunna, cantante e leader degli Africa Unite, vero padre spirituale del reggae in Italia, che ha impreziosito il concerto con quattro brani cantati in Italiano alternato al raggamuffin in inglese di Sean. Il carisma e l’impatto energetico del vecchio volpone restano immutati negli anni ed hanno vivacizzato la serata, cercando di coinvolgere il non foltissimo pubblico, inizialmente alquanto freddino.Tra i brani ascoltati, sono degni di una particolare menzione sia il singolo ‘Save all the kids’, ispirato alla lettura dello struggente libro ‘Memorie di un soldato bambino’ , sia ‘Ken Saro Wiwa’, dai cori dal sapore spiritual, per non dimenticare il brano finale ‘Just the two of us’, la cover in chiave reggae di un classico di Bill Withers, reso celebre dalla versione con Grover Washington Jr. al sassofono.
Un concerto di ottima fattura, quindi, per gli amanti del reggae più classico e canonico, che per essere maggiormente apprezzato necessiterebbe però di una location più calda ed avvolgente delle pur ottime ed acusticamente apprezzabili, ma forse un po’ algide mura del teatro Studio dell’Auditorium.
Recensione by Fabrizio