Roma, Circolo degli Artisti, 3 febbraio 2011
Una delle serate più complicate della mia vita, così a fine concerto Roberto Angelini descriveva i novanta minuti appena trascorsi sul palco del Circolo. Come dargli torto? Solo un’ora e mezza prima, infatti, entrando in scena, scopriva che il looper/sequencer, congegno elettronico alla base del suo ‘solo tour’ era improvvisamente andato fuori uso, impedendogli di fatto di inizare la performance prevista. Capricci ed inconvenienti della tecnologia. Superato il comprensibile scoramento iniziale, rassegnatosi all’ennesimo tentativo di ‘restart’ ed all’ennesimo ‘system error’ di risposta, comunque incoraggiato dal pubblico Roberto inizia un set acustico competamente diverso da quanto inizialmente immaginato da tutti i presenti. Fortunatamente ci si trova di fronte ad un musicista di grande spessore che può permettersi di affrontare un’emergenza del genere facendosi forte della propria tecnica chitarristica, di anni di gavetta trascorsi in solitudine imbracciando la propria sei corde e del proprio consistente repertorio. Certo, alla lunga il concerto poteva quasi inevitabilmente risultare troppo uniforme e poco vario, ma per fortuna sono arrivati in soccorso di Angelini alcuni amici con i quali ha condiviso il palco: in primis il flicornista Giovanni di Cosimo, il cui contributo doveva originariamente limitarsi ad un paio di brani, ma che poi ha calcato la scena per buona parte della scaletta, sostenendo con poche, essenziali ma efficaci note l’articolato fingerpicking di Angelini. Tra i brani proposti dal duo, una menzione particolare va alle due cover di Nick Drake proposte nella stessa sequenza del disco da cui sono tratte. Parliamo di Day is Done e, soprattutto di Cello Song, in cui il tema cantato a bocca chiusa viene ripetuto come in un mantra dallo strumento a fiato. Come si sa, Roberto Angelini rappresenta di diritto la figura del custode e depositario per l’Italia del testamento artistico del grande cantautore inglese prematuramente scomparso: oltre ad aver dedicato un intero album -Pong Moon- al repertorio di Drake, è stato tra i protagonisti di tutti gli omaggi organizzati in Italia in sua memoria, tra i quali il recente evento all’Auditorium. La scaletta del concerto ha comunque previsto la proposizione dei brani più importanti del recente repertorio originale di Angelini: Vulcano, Fiori rari e soprattutto la perla di Fino qui tutto bene. Il limite del repertorio forzatamente presentato in questa versione minimalista è che i brani alla fine si assomiglino un po’ tutti e che siano troppo sbrigativamente riconducibili alla ‘nuova scuola romana’, quella dei Riccardo Sinigallia, Filippo Gatti e Pino Marino, proprio perchè in assenza dei previsti arrangiamenti la pur eccelsa tecnica chitarristica di Angelini non può totalmente sopperire ad una certa ripetitività di atmosfere. Per fortuna, a movimentare la serata e mescolare le carte ecco arrivare il ‘citofonatore’ Andrea Rivera che con il suo breve ma intenso intervento satirico/poetico ha dato la giusta sferzata di ironica energia allo spettacolo. A completare l’adunata di amici e rendere più polposa e particolare l’atmosfera arriva il vecchio compagno dei tempi de ‘il Locale’, Niccolò Fabi, graditissimo ospite e partner ideale per una conclusione più festosa della serata: l’accompagnamento di Angelini alla lap-steel ha indubbiamente ben integrato le note di Niccolò, che dopo il ritorno sulle scene nel concerto-evento Parole di Lulù sembra davvero rigenerato e particolarmente vitale: i due si intendono a meraviglia e gli intrecci melodici abbinati al virtuosismo chitarristico lasciano trasparire una sintonia di vedute musicali e di temi trattati che sanno arrivare al cuore dell’ascoltatore. Un indubbio merito ed un picco di emozioni che ha certamente riscattato una serata particolarmente complicata, rendendola a suo modo un piccolo evento: aspettiamo fiduciosi una nuova occasione per riascoltare Angelini, stavolta nella pienezza di suoni e di colori musicali che corredano il suo progetto ‘solo tour’ che purtoppo stasera non ci è stato possibile apprezzare.
Recensione e foto di Fabrizio.