Roma, Aula Magna Università La Sapienza, 16 febbraio 2013
Spaziare dalla classica al jazz, passando per il genere musette, derivato dalle cornamuse medievali. Virtuosismi possibili e godibili, quando a suonare la fisarmonica è Richard Galliano, a ragione considerato tra i più grandi fisarmonicisti al mondo, probabilmente il migliore. Artista duttile e originale, il musicista francese si è esibito il 16 febbraio presso l’aula magna della Sapienza Università di Roma, nel concerto promosso dall’Istituzione Universitaria dei Concerti; al suo fianco Guido Rimonda, violino solista e concertatore, insieme all’Orchestra Camerata Ducale.
Ogni concerto di Galliano diventa un evento. Originali e versatili le sue composizioni, tra cui Melodicello, Tango pour Claude, La valse a Margaux e Opale, con le sue atmosfere parigine e il passaggio dalla malinconia al ritmo incalzante della musica. Il concerto in do minore di Bach e quello di Vivaldi L’estate, da Le Stagioni, si avvalgono di particolari, apprezzabili e nuove sonorità, grazie alle revisioni e trascrizioni per fisarmonica e archi di Galliano. Inevitabile l’omaggio al suo amico e mentore, Astor Piazzolla – espresso attraverso Invierno Porteño e Oblivion – e, più in generale, al tango e alle musiche argentine, con il brano di Carlos Gardel, Por una cabeza.
Figlio di un professore di fisarmonica, Galliano – classe 1950, di origini italiane – inizia a suonare a quattro anni e a quattordici trascrive per fisarmonica i Chorus del trombettista Clifford Brown. Nel 1973 da Cannes, dove è nato, si trasferisce a Parigi ed entra a far parte di un gruppo musicale in qualità di arrangiatore, capo d’orchestra e compositore; in quel periodo incontra vari musicisti jazz e in seguito si esibisce , anche improvvisando, con Chet Baker, Steve Potts, Jummy Gourley e Ron Carter e incide il suo primo disco con il violoncellista Charles Capon. L’incontro con Piazzolla avviene nel 1983 e nel 1993 realizza insieme ad Aldo Romano, Pierre Michelot e Philip Catherine il disco-manifesto “New Musette” (Label bleu), che riceve il premio “Django Reinhardt” dell’Accademia del Jazz. Molte le collaborazioni artistiche, attuali e del passato. Per citarne alcune: quelle con Enrico Rava, Charlie Haden, Paolo Fresu, Jan Lundgren, Juliette Greco, Claude Nougaro, Charles Aznavour. A queste si aggiungono quelle con Stefano Bollani e Michel Portal, che hanno suonato le sue musiche con strumenti diversi dalla fisarmonica, rispettivamente il pianoforte e il clarinetto.
recensione di Danela Delli Noci
foto archivio R. Galliano