Roma, Goethe Institut, 6 aprile 2009
La seconda edizione dell’interessante e singolare rassegna DivinaMente dal 3 al 13 aprile ha raccolto in vari luoghi della città, alcuni davvero suggestivi come il complesso di San Michele a Ripa o gli Horti Sallustiani, numerosi progetti artistici tra i più disparati e variegati, dal teatro alla danza, dalla musica all’architettura visuale, tutti accomunati dal tema della spiritualità, della pace e della tolleranza religiosa.
Introdotti dalla direttrice artistica della rassegna, Pamela Villoresi, nell’auditorium del Goethe Institut si sono esibiti i Radiodervish, che hanno presentato lo spettacolo ‘Con le radici al cielo’ in cui l’ensamble capeggiato dal vocalist Nabil Salameh ha presentato in versione acustica alcuni brani del proprio repertorio, intramezzati dalle letture di Valter Malosti, che ha attinto per il suo reading al repertorio della tradizione orale e scritta sia di carattere religioso mistico che laico, ma dalla forte connotazione spirituale, consona al tema della rassegna. In formazione minimalista, tastiere, basso e voce, i Radiodervish, veri custodi della cultura della mescolanza mediterranea, dell’unone/separazione che il mare nostrum continua a creare, hanno dato vita ad uno spettacolo davvero suggestivo ed emozionante, complici forse le tragiche notizie provenenti dall’Abruzzo, in cui le melodie mediorientali si uniscono soavemente a testi passionali, che parlano d’amore dal sapore di miele, spezie, datteri e cardamomo. La scelta dei testi declamati da Valter Malosti ha invece spaziato tra brani del Vecchio Testamento, un brano del Corano che sorprendentemente racconta la Natività di Gesù ed un drammatico e choccante reportage di Jean Genet dal Libano immediatamente dopo la strage di Sabra e Shatila del settembre 1982.
La voce di Naibil, che alterna l’italiano all’arabo, è da brividi: brani come L’Esigenza e L’Immagine di Te sono ormai dei classici che ben rappresentano lo spirito che da più di un decennio anima il trio; gli arazzi musicali intessuti dalle tastiere di Alessandro Pipino e dalle corde di Michele Lobaccaro sembrano nate per suscitare misticismo e continue riflessioni sull’integrazione tra i popoli ed il conseguente arricchimento che le contaminazioni culturali possono donarci. L’incontro tra la tradizione melodica italiana ed il medio oriente raggiunge con i Radiodervish il proprio apice, la voce recitante di Malosti, anche se a volte al limite del retorico, completa il quadro di una serata speciale; il folto pubblico applaude convinto, con il cuore e la mente certamente appagati.
Recensione by Fabrizio