Roma, Blackout Rock Club, 29 marzo 2014
Non ce n’era assoluto bisogno, ma assistere nuovamente ad un live dei Perturbazione dopo la loro partecipazione al Festival di Sanremo ha fugato i (pochissimi) dubbi di coloro (i sedicenti duri e puri, i semplificatori di bassa lega o semplicemente i soliti invidiosi sfigati) che avevano pensato che il transito per la riviera dei fiori equivalesse ad esser passati in Bielorussia ai tempi di Chernobyl, ovvero essere inesorabilmente contaminati, irrimediabilmente persi perchè venduti al music business, essersi irreversibilmente sputtanati e/o rincoglioniti, insomma. Niente di tutto ciò, i Perturbazione sono rimasti gli stessi, splendidi coerenti vivaci energici e melodici. Come ribadito da Gigi verso la fine del concerto, dovremmo preoccuparci non quando vanno a Sanremo, ma quando andranno ad Ibiza….
Certo, le premesse di un’accelerazione della loro spiccata vena pop c’erano già state l’estate scorsa, all’uscita dell’Album „Musica X“ prodotto da Max Casacci die Subsonica, che aveva arricchito le indubbie capacità di costruzione delle melodie della band di Rivoli con arrangiamenti pompati ed accattivanti, molto “FM oriented“, ma tutto in perfetta coerenza ed onestà, in linea con la più che decennale storia di Tommaso & c. Il cosiddetto successo, che altro non è che una maggiore visibilità ed un‘ accresciuta consapevolezza dei propri mezzi, non ha necessariamente un’accezione negativa, sta nell’intelligenza di chi ne viene improvvisamente colpito riuscire a gestirlo con lucidità, senza però negarsi il piacere del momento. Chi non vorrebbe una volta nella vita ricevere un premio (con relativo bacio) da un mito come Claudia Cardinale, così come avvenuto nella serata finale dell’Ariston?
La cronaca del concerto è quindi l’ennesima conferma delle grandi capacità di intrattenimento dei Perturbazione, della loro invidiabile abilità nel ‘tenere il palco’, della grande comunicativa e della contagiosa energia espressa dal sestetto, sempre entusiasta e felice di esibirsi nella capitale.
Il Blackout è una polveriera di calore e sudore, la band snocciola brani vecchi e nuovi, saggiamente piazzando l’hit del momento “L’Unica” quasi a chiusura di scaletta, mettendola in mostra ma non esibendola eccessivamente, proprio a dimostrazione che si tratta di una tappa del loro lungo percorso e non di un traguardo a cui dare eccessivi significati dietrologici. Chicca della serata, nonché piacevole bis, la cover di ‘Let’s spend the night together’, una sferzata rock ed un omaggio alla buona musica live in cui Tommaso scavalca come d’abitudine le transenne e si getta tra il pubblico, e sempre da lì in versione a cappella eseguirà il classico immortale Agosto. Unico rammarico, alcuni problemi tecnici che hanno imperversato durante i bis e che hanno costretto ad un’anticipata chiusura del live set, rinunciando ad un paio di brani previsti dalla scaletta. Un piccolo neo in una serata altrimenti perfetta.
recensione e foto di Fabrizio Forno