Roma, Villa Ada, 27 Luglio 2013
Guarda la galleria fotografica
Disco nuovo, nuova tournèe, stesso piacere all’ascolto, stessa grande resa e qualità della performance dal vivo. Come preannunciato dal cantante Tomi Cerasuolo nella recente intervista esclusiva concessa a slowcult, ecco i Perturbazione di nuovo a Roma, per la prima volta a Villa Ada.
Il tout di presentazione del nuovo album della band di Rivoli, iniziato a giugno, tocca le sponde del laghetto del parco romano e la risposta del pubblico è come sempre calorosa ed incoraggiante, La curiosità di ascoltare i nuovi brani, fortemente caratterizzati da un significativo e mai prima d’ora così rilevante lavoro di post-produzione in sala di registrazione, curato da Max Casacci dei Subsonica, in versione live ha attirato un corposo numero di spettatori, nonostante si trattasse di un sabato di partenze vacanziere.
Il riscontro è stato più che positivo: poche basi, arrangiamenti più essenziali ed analogici rispetto alla versione in studio che hanno messo maggiormente in evidenza la pregevole vena compositiva e la qualità dei nuovi brani è apparsa all’altezza dei migliori tra quelli del vecchio repertorio. L’avvio, con la doppietta chiticapisce e Diversi dal resto mette subito in chiaro che nonostante la grande differenza sia formale che sonora tra il nuovo disco ed i precedenti, c’è un continuum poetico ed una coerenza melodica che lega le canzoni. Il continuo passaggio dal vecchio al più recente, insomma, non crea discontinuità e tutto scorre fluido e piacevole come non mai. C’è sicuramente meno violoncello e più tastiera, ma la cosa non snatura la proposta musicale della band.
Dopo Buongiorno, Buona fortuna, il pubblico si scatena insieme a Tommaso con Il senso della vite, senso mai come stasera difficile da afferrare e catturare, a cominciare dal piccolo contrattempo che lo costringe ad improvvisarsi novello Freddy Mercury nell’imbracciare la sola parte superiore dell’asta del microfono. A richiamare la copertina del disco, sul palco sono allestite alcune mirror balls, che vengono poi riprese quando Tomi indossa un buffo casco da moto per poi catapultarsi in mezzo al pubblico per un intermezzo simil-disco citando persino Kyle Minogue. Tra i nuovi brani di certo uno dei più apprezzati è stata Mia figlia infinita, che insieme alla traccia finale Legàmi (non proposta però dal vivo) risulta tra le migliori composizioni dell’ultimo album. Nonostante il caldo e l’umidità la band non risparmia sforzi ed energie e le due ore e passa del concerto volano via, con gli ultimi bis che ci rituffano nel passato dei vecchi album ‘In circolo’ e ‘Pianissimo, fortissimo’. Grande conferma dello spessore di una band che da più di dieci anni riesce nel non facile compito di alzare l’asticella sempre più in alto, con grande coerenza e con l’orgoglio di aver trovato un nuovo, alto e nobile significato al termine ‘pop music’ nel terzo millennio.
recensione di Fabrizio Forno