Roma, Alpheus, 12 Maggio 2009
Una premessa è d’obbligo: in qualsiasi parte del globo voi vi troviate, in qualsiasi bettola, sala da concerto, o bar vediate scritto il nome di quest’ uomo, non esitate un solo attimo…arrendetevi totalmente a lui…è l’unica strada maestra da percorrere. Fatevi straziare e saziare dalle sue poesie, fatevi domande, non cercate facili risposte, scavate nei ripostigli del vostro cuore, non abbiate paura delle vostre fantasie piu recondite e vivete con veemenza, spingendo avanti la bussola del vostro cuore. Come Benvegnù, perche è di lui che si parla, canta con rabbia su “La schiena”, uno degli apici di questo concerto romano e del suo live set
“Respira. Guarda il cielo. Guarda le stagioni passare.
Prendi posizione. Viaggia.
Ricerca la tua parte migliore.
Non hai nemmeno un idolo da venerare.
Nemmeno quattro soldi per andare al mare
di notte a immaginare.
Nuotare”
Oppure sempre da “ La schiena”
“Ti guardi intorno e non sai chi cercare
per questo ti insegno a costruire
e a dare spazio alle tue idee più strane
a mescolare estro e perversione
Perche’ Dio non guarda.
Dio bestemmia. E alla volte non si applica”
Che il concerto all’Alpheus di Roma per Marte Live sarà memorabile lo si intuisce sin dalle prime note di “Quando passa lei” che lo apre uno dei tanti micro racconti di quel gioiello chiamato “Piccoli fragilissimi film” e noi siamo lì nelle prime come nell ultime file a dirigere i nostri film, immersi ancora una volta in un “Mare verticale”, esseri “Suggestionabili” che provano un “amore santo e blasfemo”, a colloquio con angeli, e allo stesso tempo pronti a frantumare le distanze e superare resistenze. Paolo è intenso, crudo, a volte rabbioso, una furia punk, si sente che dalle sue canzoni dipende la sua intera vita, tiene imperterrito per tutto il concerto il suo completo elegante, ma davanti a noi è vestito solo delle sue frasi, delle sue storie che facciamo nostre, rimandando indietro a lui e alla sua ottima band un affetto vero e duraturo. Scorrono i brani, i musicisti si alternano agli strumenti e vorresti che la serata non finisse mai, per quanto sudore e passione e vitalità ti investono senza freni. Il live set è praticamente perfetto, oltre ai brani tratti dai suoi due lavori e dai due ep 14-19 e 500, trovano spazio anche “Io e il mio amore” (tratto da “Il paese è reale” cd uscito post sanremo sulla scia afterhours) che è già un piccolo classico visto come viene recepito dall’ attentissima audience romana e anche quattro brani degli Scisma (band seminale dove militava Paolo Benvegnù), “In dissolvenza”, “Non è stupido”, “Rosemary Plexiglass” e “Simmetrie” che sono sempre preziosi affreschi imprenscindibili anche per chi non ha vissuto l’epoca Scisma, ma che l’ha conosciuta tramite i suoi concerti solisti
Usciamo ancora una volta convinti di aver assistito a qualcosa di più di un concerto, ci siamo confessati e redenti, ci siamo benedetti peccando poi di nuovo ci siamo guardati allo specchio e abbiamo sparato la nostra verità..,..non si può chiedere di piu a un Concerto di rock n roll…….grazie Maestro
“Simmetrie chilometri nella tua scia
che muove morbida
guidandomi verso di te
simmetrie aiutami
proteggimi nell’impalpabile
guidandomi verso di te
perché non mi manchi
la tua verità”
Ps Una menzione d onore a coloro i quali hanno riscaldato gli animi prima del Maestro, ovvero Modiè sempre intenso e delicato, Enrico Pezza che ha fatto un set notevole con il fido Sante alla chitarra acustica, e Casador onirico e straziante.
Recensione di Fabrizio Fontanelli
Foto di Rosa Rosae
le parole di Paolo sono Preghiere.
al Cielo. Perchè ci indichi la Via.
al Cuore. Perchè ci Ascolti. Con Passione.
alla Vita. Perchè le tracce siano solo segnali. da seguire.
come qualcosa da imparare.
ninnnenanne.
di un UOMO. che VIVE. e ci regala. Se Stesso.
un grazie lungo 15anni.
Viviana.