Mag 122008
 

Nuova Compagnia Canto Popolare
Stazione Birra 24.4.2008
Formazione: Fausta Vetere, Corrado Sfogli, Gino Evangelista, Gianni Lamagna, Pasquale Ziccardi, Carmine Bruno.

DSC03274red.JPGLa tradizione folklorica italiana rimane ancora viva grazie alla coerenza di diverse Bande, sia pure con linguaggi e stili profondamente diversi, che vanno dai misconosciuti piemontesi “La Ciapa Rusa” e “Lou Dalfin”, alle Bande sarde, come i “Tenores di Bitti”, o la grande e misconosciuta “Clara Murtas”, ai siciliani “Agricantus”, soprattutto nel primo periodo, non ancora contaminato da tendenze “World Music”,ad “Ambrogio Sparagna”, musicologo e musicista, fondatore del disciolto e glorioso “canzoniere del Lazio”, al movimento del “Taranta power” talentino, che vanta, tra gli altri, la presenza dell’”Uccio Aloisi Gruppu”, ai toscani “Banditaliana “di Riccardo Tesi, che iniziano con Caterina Bueno sulla tradizione della Regione, per poi dedicarsi ad atmosfere sempre più universalmente“etniche”, sino al gruppo marchigiano di Combat Folk “The Gang”, che lavora alla riscoperta e rielaborazione dei materiali della tradizione orale contadina della Regione.
Uno dei più rigorosi, per la concezione artistica e per il percorso creativo, è certamente “La Nuova Compagnia di Canto Popolare”, massima interprete, insieme ad artisti del calibro di “Sergio Bruni” e “Roberto Murolo”, del folklore napoletano, famosa in tutto il mondo.
Il Gruppo si formò nel 1967, quando alcuni giovani artisti, come Eugenio Bennato, Giovanni Mauriello, cui si unirono Lucia Bruno e Carlo D’Angiò, Mauro Malavenda e Claudio Mendella, diedero origine alla sorprendente e filologicamente ineccepibile riscoperta della tradizione popolare napoletana; l’incontro col grande musicologo Roberto De Simone, poi, conferì ad esso un rigore ed un impulso creativo straordinario, che sfociò anche nelle magnifiche rappresentazioni teatrali de “La cantata dei Pastori”(1974) e “La Gatta Cenerentola”(1976).DSC03275red.JPG
Già negli anni settanta, comunque, pur nel momento del massimo fulgore, l’ensemble subì continui avvicendamenti; entrarono Peppe Barra e Fausta Vetere, che ne sarebbe divenuta, ed è tuttora, la vocalist storica, Patrizio Trampetti e Nunzio Areni, mentre Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò diedero vita, nel 1976, con Teresa De Sio, alla intensa e suggestiva esperienza di “Musica Nova”.
L’entrata di Corrado Sfogli, tuttora leader, con Fausta Vetere, dell’ensemble, e l’uscita, nel 1978, di Roberto De Simone e Beppe Barra, ne determinarono una parziale svolta nella poetica musicale, tuttora presente, che da allora in poi si orientò verso la mescolanza tra suoni orientali e mediterranei, con grande suggestione, senza disdegnare un incontro con le sonorità di origine celtica.
Il concerto che il gruppo ha tenuto nell’intima cornice della Stazione Birra, davanti ad un pubblico molto caloroso, ne ha evidenziato la continuità creativa e concettuale, ma anche, purtroppo, un vigore poetico fortemente affievolito.
Si inizia con la splendida ed epocale “Li sarracini adorano lu sole”, e sembra di essere tornati d’incanto agli anni del massimo fulgore creativo della Banda; Fausta Vetere, con una voce potente, ne fornisce una drammatica e visionaria versione.
Si prosegue con la magnifica “Vulumbrella”, e poi con “Tarantella del Gargano”, che si snoda con una eccellente strumentazione.DSC03276red.JPG
Dal punto di vista tecnico il concerto è ineccepibile; i componenti dell’ensemble sono tutti virtuosi di vari strumenti, come chitarre, mandolini, e la voce della Vetere si staglia stentorea.
Numerosi sono i riferimenti alla tradizione napoletana, ma la percezione che si ha è che i musicisti vogliano superarla, per investigare nuove sonorità, in un afflato di universalismo poetico, collegato, semmai, ai parametri della moderna “world music”, senza però raggiungere una vera intensità creativa.
Il risultato è, infatti, alterno; la massima capacità espressiva viene sicuramente mantenuta nei brani più classici, come “Tarantella del 600” e “Moresca”; ci si confronta, poi, meritoriamente, anche con la “Taranta salentina”, mediante i brani “A vita è na taranta” e “Pizzica”; è, comunque da ricordare che nello studio e rappresentazione della tradizione salentina è subentrato con grande rigore anche l’ex Eugenio Bennato, che ha realizzato un paio di opere dedicate ad essa.
Il pubblico ha dimostrato di sapersi ancora emozionare, ed in particolare Fausta Vetere è stata quasi oggetto di autentica devozione: i due bis concessi, “Rumba” e la splendida “Tamurriata nera” hanno scatenato un’autentica ovazione, ma la sensazione con cui abbiamo abbandonato la sala è stata quella di un netto calo della creatività, come se le magnifiche armonie e strumentazioni musicali di un tempo, degne della musica classica, fossero oramai di routine; la magia della “Nuova Compagnia” di un tempo è solamente un bellissimo ricordo.

Recensione by Dark Rider

Scaletta Nuova Compagnia di Canto Popolare 24/04/2008

Li sarracini adorano lu sole
Vulumbrella
Tarantella del Gargano
Tarantella del 600
Madonna tu mi fai
Solo parole
Danza d’Oriente
Moresca
Cadal
A’ vita è na taranta
Candelora
P’è dispetto
La fortuna
Suite
Pizzica
Vottate ll’acqua
BIS
Rumba – Tamurriata Nera

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