Atlantico Live, Roma, 4 Marzo 2016.
C’è grande aspettativa questa sera all’Altlantico. L’evento è il lancio del nuovo disco del Muro del Canto. L’ensemble romana che è riuscita a dare una forte connotazione alla musica popolare, rivisitandola in chiave attuale e personalissima. Affondando le radici in una Roma proletaria e anticlericale, il gruppo da vita a dei veri e propri affreschi metropolitani con le toccanti liriche affidate alla profonda voce di Daniele Coccia, supportato dalla notevole sintonia musicale dei suoi compagni di viaggio, che proprio nelle performance live esprimono in pieno tutto il loro potenziale.
Dopo l’intro affidata ai due cantautori Galoni e Colandrea, durante la quale lo spazio dell’Atlantico viene pian piano occupato per intero, va in scena lo spettacolo che presenterà il terzo lavoro del Muro, “Fiore de Niente”, di cui in effetti alcuni brani già si è avuto modo di ascoltare nelle loro più recenti esibizioni e che contiene “Figli come noi”, toccante denuncia contro gli abusi in divisa. I brani di questo terzo disco vengono svelati uno ad uno, inframezzati da quelli già noti dei due precedenti lavori “L’Ammazzasette” e “Ancora ridi” che il pubblico conosce e canta in coro, creando un tutt’uno che avvolge il palco, come a diventarne esso stesso protagonista. C’è infatti una forte empatia tra il Muro e il proprio seguito che si riconosce nelle storie narrate. Storie senza tempo che parlano di gente comune, protagonisti di una città controversa, che lottano e resistono alle avversità della vita con rabbia e passione.
Ma è soprattutto una festa questa, e per l’occasione vengono invitati sul palco diversi amici che ne condividono la filosofia e per certi versi anche il percorso artistico. Si parte a duettare con le Bestie Rare per proseguire con gli Assalti Frontali, ricordando la vicenda del lago ex Snia attraverso le note de “Il lago che combatte” e finire col Piotta e la suggestiva “Sette vizi capitale” inno di una Roma bella quanto impossibile. I monologhi di Alessandro Pieravanti, acuti e ironici, si incastrano alla perfezione nella scaletta dei brani, contribuendo a sedare gli animi e a dare un attimo di tregua alle corde vocali dei presenti. I lavori presentati nel terzo album proseguono il percorso tracciato dai precedenti, ma avvalendosi di sonorità più raffinate e impreziosite dall’innesto del violino di Andrea Ruggero, presente sul palco in questa serata che sa di trionfo. Due sole le cover che rubano la scena ai pezzi originali: “Ponte Mollo” e una rivisitazione in romanesco de “La Malarazza”.
Inutile soffermarsi sulle nuove tracce, meritevoli ognuna di una recensione a parte. Personalmente ne segnalo una su tutte: quella “Madonna delle Lame” che più delle altre evoca il “Cristo de Legno” del primo lavoro. Un percorso in cui il Muro riesce ad eguagliarsi se non addirittura a superarsi. Con l’augurio sincero di riuscire a scavalcare i confini capitolini e affermarsi su scala nazionale. Perché lo meritano, davvero.
Live report di Claudia Giacinti
Foto di Tamara Casula
Muro del Canto – Daniele Coccia: Voce / Alessandro Pieravanti: Timpano, Rullante e Racconti / Ludovico Lamarra : Basso / Eric Caldironi: Chitarra acustica / Giancarlo Barbati: Chitarra elettrica e Cori / Alessandro Marinelli: Fisarmonica