Cavea Auditorium Parco della Musica, Roma, 9 Luglio 2008
In questa colorata e trepidante Cavea si riconoscono drappi di bandiere argentine, cilene e qualcuna anche del Paraguay. Molti i Sudamericani presenti, mormorii castigliani si distinguono a sprazzi.
Tutti venuti ad accogliere Mercedes Sosa nel giorno del suo 73esimo compleanno e nel giorno della festa di liberazione nazionale. La formale indipendenza dell’Argentina dalla Spagna venne dichiarata infatti proprio il 9 luglio del 1816 a Tucumán. E proprio a Tucumán, la negra nasceva nel lontano 1935. Una data densa di significato quella del 9 luglio dunque per Mercedes e per tutti gli Argentini presenti. Non a caso il concerto si apre in modo inedito, il pubblico che canta per Mercedes anziché il contrario. Si alzano dalla Cavea le note di ‘que lo cumpla feliz, que lo compla feliz’ … sì proprio il nostro ‘tanti auguri a te’!
Un meraviglioso modo di iniziare questa serata che promette un soffice scambio di effusioni tra la beniamina argentina ed il pubblico dell’Auditorium. Per i primi due pezzi la bellissima voce della Sosa risulta un po’ dura, ma non appena si scalda, all’unisono si scaldano i cuori del pubblico. I volti sono rapiti e alcuni dei presenti corrono con la mente a ricordi, presumo, difficili. Il mio vicino, seppur giovane, ha il volto rigato dalle lacrime e con molta discrezione sento il suo naso tirar su.
L’atmosfera non è solo malinconica ma è anche piena di fresca beatitudine e voglia di ondeggiare, sui rigidi sediolini, al ritmo della musica a volte più soave ed impegnata a volte, come dice Mercedes, ‘solamente pa’ bailar’. Ogni brano viene infatti brevemente introdotto dalla cantante, che ne spiega l’origine. A volte sono pezzi tratti dalla tradizione popolare e sono, come lei dice, semplicemente belli; alcuni sono pezzi di grandi autori argentini della tradizione, come Atahualpa Yupanqui e Ariel Ramirez, o contemporanei, come il grande Charly García o Victor Heredia (idoli per gli Argentini di oggi come per gli italiani Vasco Rossi o Ligabue) ma anche uruguayani, come Jorge Drexler e la sua bellissima Sea; altri pezzi sono opera di altri grandi personaggi della cultura sudamericana, come la cantante e poetessa cilena Violeta Parra, il poliedrigo artista, anch’egli cileno, Victor Jara (assassinato 5 giorni dopo il golpe del 1973 ad opera di Pinochet e autore della celeberrima Te recuerdo Amanda, ripresa anche dal “nostro” Daniele Sepe nel disco chiamato appunto, “Conosci Victor Jara?”). Proprio di Violeta Parra è il magnifico testo Gracias a la vida che Mercedes interpreta in modo appassionato a metà della sua performance e che, soprattutto per quanti già lo conoscono, non può non commuovere fino alle lacrime. I pezzi che parlano semplicemente d’amore vengono da lei dedicati al suo amore più grande: l’Argenitna.
Mercedes è contornata da bravissimi musicisti e durante il concerto si alternano sul palco diversi cantanti, a cui lei non finisce mai di dire ‘bravo, bravo’, dopo l’esecuzione, con sentito trasporto. Seppur anziana, seppur abbia cantato seduta per tutta la durata del concerto in quanto abbia passato anche, ultimamente, periodi in cui non ha goduto di buona salute, la negra è ancora in grado di trasmettere un’incredibile energia, un assoluto amore per il canto e per il prossimo (come dimostra la sua lunga carriera di artista e di donna impegnata in battiglie civili in una martoriata terra come l’Argentina). E a oner del vero, l’ultimo pezzo, Mercedes lo ha cantato in piedi, con un acenno di danza ed ironia che denotano la profonda classe dell’artista.
Tornando ai numerosi ospiti della performance, ricordiamo il grandissimo (e giovanissimo, classe 1981) musicista, suonatore di armonica, Franco Luciani, che ha eseguito diversi pezzi magnificamente.
La negra non si risparmia e canta due ore abbondanti chiedendo se ‘non les molesta si canto tantas canciones?’. Veramente meravigliosa questa interprete, come molti l’hanno soprannominata la voce di chi non ha voce o la voce dell’America Latina. Per ogni brano ci sarebbe una nota da aggiungere in questa particolare serata del 9 luglio, ma ricordiamo qui solo alcuni dei bellissimi pezzi eseguiti, cui aggiungiamo il testo e la traduzione: Gracias a la vida, Todo Cambia, Alfonsina y el mar, brano dedicato alla grande poetessa argentina (ma nata in Svizzera) morta suicida in mare.
Anche se non siete appasionati del genere, un concerto come questo merita di essere visto una volta nella vita!
E per tutti coloro che fossero interessati a conoscere un po’ meglio canzoni come queste e non solo, segnaliamo il bellissimo sito di CANZONI CONTRO LA GUERRA (www.prato.linux.it) da cui abbiamo tratto, per lo più, i testi sottostanti.
Recensione by Lisa e Francesca
Gracias a la vida – Parole e musica di Violeta Parra (1965)
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna, de mi bien amado
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido, y el abecedario
Con el las palabras, que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha, de mis pies cansados
Con ellos anduve, ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes, que es el mismo canto
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Y el canto de ustedes, que es mi propio canto.
Grazie alla vita
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato due stelle che quando le apro
perfetti distinguo il nero dal bianco,
e nell’alto cielo il suo sfondo stellato,
e tra le moltitudini l’uomo che amo.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato l’ascolto che in tutta la sua apertura
cattura notte e giorno grilli e canarini,
martelli turbine latrati burrasche
e la voce tanto tenera di chi sto amando.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono e l’abbecedario
con lui le parole che penso e dico,
madre, amico, fratello luce illuminante,
la strada dell’anima di chi sto amando.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi,
con loro andai per città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e piani
e la casa tua, la tua strada, il cortile.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che agita il suo confine
quando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il bene così lontano dal male,
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto,
così distinguo gioia e dolore
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto.
Todo cambia – Julio Numhauser
Cambia lo superficial
cambia también lo profundo
cambia el modo de pensar
cambia todo en este mundo
Cambia el clima con los años
cambia el pastor su rebaño
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño
cambia el más fino brillante
de mano en mano su brillo
cambia el nido el pajarillo
cambia el sentir un amante
Cambia el rumbo el caminante
aunque esto le cause daño
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño
Cambia, todo cambia
Cambia, todo cambia
Cambia, todo cambia
Cambia, todo cambia
cambia el sol en su carrera
cuando la noche subsiste
cambia la planta y se viste
de verde en la primavera
Cambia el pelaje la fiera
cambia el cabello el anciano
y así como todo cambia
que yo cambie no es extraño
Pero no cambia mi amor
por mas lejos que me encuentre
ni el recuerdo ni el dolor
de mi tierra y de mi gente
Y lo que cambió ayer
tendrá que cambiar mañana
así como cambio yo
en esta tierra lejana.
Cambia, todo cambia…
Tutto cambia
Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo.
Cambia il clima con gli anni
cambia il pastore il suo pascolo
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Cambia il più prezioso brillante
di mano in mano il suo splendore,
cambia nido l’uccellino
cambia il sentimento degli amanti.
cambia direzione il viandante
sebbene questo lo danneggi
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia.
Cambia il sole nella sua corsa
quando la notte persiste,
cambia la pianta e si veste
di verde in primavera.
Cambia il manto della fiera
cambiano i capelli dell’anziano
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Ma non cambia il mio amore
per quanto lontano mi trovi,
né il ricordo né il dolore
della mia terra e della mia gente.
E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.
Cambia, tutto cambia…
Alfonsina y el mar – Musica: Ariel Ramírez – Testo: Felix Luna
Scritta alla morte per suicidio della poetessa argentina Alfonsina Storni
Por la blanda arena que lame el mar
su pequeña huella no vuelve más
y un sendero solo de pena y silencio llegó
hasta el agua profunda
y un sendero solo de penas puras llegó
hasta la espuma
Sabe Dios que angustia te acompañó
qué dolores viejos calló tu voz
para recostarte arrullada en el canto
de las caracolas marinas
la canción que canta en el fondo oscuro del mar
la caracola
Te vas Alfonsina con tu soledad
¿qué poemas nuevos fuiste a buscar?
Y una voz antigua de viento y de mar
te requiebra el alma
y la está llamando
y te vas, hacia allá como en sueños,
dormida Alfonsina, vestida de mar.
Cinco sirenitas te llevarán
por caminos de algas y de coral
y fosforescentes caballos marinos harán
una ronda a tu lado.
Y los habitantes del agua van a nadar
pronto a tu lado.
Bájame la lámpara un poco más
déjame que duerma, nodriza en paz
y si llama él no le digas que estoy,
dile que Alfonsina no vuelve.
y si llama él no le digas nunca que estoy,
di que me he ido.
Te vas Alfonsina con tu soledad
¿qué poemas nuevos fuiste a buscar?
Y una voz antigua de viento y de mar
te requiebra el alma
y la está llamando
y te vas, hacia allá como en sueños,
dormida Alfonsina, vestida de mar.
Alfonsina e il mare
Per la soffice sabbia lambita dal mare
la sua piccola orma non torna più
e un sentiero solitario di pena e silenzio è giunto
sino all’acqua profonda
e un sentiero solitario di pura pena è giunto
sino alla spuma
Dio sa quale angustia ti ha accompagnata
che antico dolore ha spento la tua voce
per addormentarti cullata dal canto
delle conchiglie marine
la canzone che canta nel profondo oscuro mare
la conchiglia
Te ne vai Alfonsina con la tua solitudine
quali nuove poesie sei andata a cercare?
E una voce antica di vento e di mare
ti lacera l’anima
e sta là chiamando
e tu fin là vai, come in sogno
Alfonsina dormiente, vestita di mare
Cinque sirene ti condurranno
lungo il cammino di alghe e coralli
e fosforescenti cavallucci marini faranno
una ronda al tuo lato.
E gli abitanti dell’acqua ti nuoteranno
subito al lato
Abbassami un po’ di più la luce
lasciami dormire in pace, tatina mia
e se chiama non dirgli che ci sono,
digli che Alfonsina non torna,
e se chiama non dirgli mai che ci sono
digli che me ne stò andando.
Te ne vai Alfonsina con la tua solitudine
Quali nuove poesie sei andata a cercare?
E una voce antica di vento e di mare
ti lacera l’anima
e sta là chiamando
e tu vai, fin là, come in sogno
Alfonsina addormentata, vestita di mare.