Massimo Volume – Torino, Hiroshima Mon Amour, 21 novembre 2008
E’ difficile per me trovare le parole, il tono giusto e obiettivo, per poter scrivere dei Massimo Volume. Ricordo ancora la prima volta in cui li ho ascoltati. Un amico carissimo mi aveva telefonato per dirmi di accendere la radio e ascoltare il live che stavano trasmettendo, in quel momento. Quel brano era “La notte dell’11 ottobre” ma ancora non ne conoscevo il titolo. Lo avrei scoperto qualche giorno dopo, acquistando “Lungo i bordi”.
Ebbene, ancora a distanza di tempo, sono grato a Luca B. per avermeli fatti conoscere.
E’ stato un incontro che mi ha cambiato. E ha cambiato il mio approccio verso la musica italiana che fino a quel momento ascoltavo con un certo distacco snobistico.
La potenza del loro suono, compatto ed emotivo, e i testi di Emidio mi hanno rappresentato, sempre, in tutti questi anni.
Dischi come il primo “Stanze”, scoperto solo in un secondo momento e acquistato nella “loro” Bologna, i successivi “Da qui” e “Club privé” senza dimenticare la colonna sonora di “Almost blue” mi appartengono. Profondamente.
Ma è nella dimensione live che i Massimo Volume hanno mostrato la loro forza. Negli anni, con formazioni differenti ma sempre con Emidio, Vittoria e Egle, hanno saputo rimanere coerenti con loro stessi. Unici. E poi l’annuncio del loro scioglimento, inaccettabile, emotivamente, per un fan come me.
Emidio ha proseguito nella sua carriera di scrittore (a mio giudizio una delle voci più interessanti nel panorama editoriale italiano, che pubblicherà nel 2009 un nuovo romanzo per la Rizzoli) e di musicista con il progetto “El Muniria” con Massimo Capozzi. Egle ha pubblicato un disco solista e, come Vittoria, ha partecipato ad alcuni progetti come musicista.
Poi qualche mese fa la notizia. In occasione del Traffic Festival di Torino i Massimo Volume si sarebbero riuniti. Non ci ho creduto fino a quando non li ho visti ed ascoltati, prima alle OGR con la sonorizzazione del film muto “La chute de la maison Usher” e poi con il loro primo concerto dopo sei anni qualche giorno dopo. In quel momento tutti coloro che li hanno amati hanno creduto nella possibilità reale che quell’evento non fosse un momento episodico.
E così è stato. A distanza di poche settimane l’annuncio di un nuovo tour italiano. Ho aspettato con trepidazione il 21 di novembre. Lo ammetto. E l’attesa non è stata vana.
L’emozione di vedere nuovamente sul palco i Massimo Volume (con l’ottimo apporto di Stefano Pilia) è stata grande. Una scaletta che ha pescato in tutta la loro produzione: potrei elencarla tutta ma personalmente brani come “Sul Viking Express”, “Ororo”, “La città morta” e “Dopo che” mi hanno commosso alle lacrime. Un live set perfetto, intenso e emozionante. Ogni parola, urlata o sussurrata da Mimì, è risuonata in ognuno di noi. Lo scambio emotivo tra “noi e loro” è stato evidente, percepibile. Un pubblico di quarantenni e ventenni, in ascolto attento e rispettoso.
Ho la convinzione che tutti i presenti al concerto siano ritornati a casa appagati e sazi. In una parola soddisfatti. Ora li aspettiamo con un nuovo lavoro. E questa sembra essere una reale possibilità…
Recensione by Massimo Minuti (con la collaborazione di Katia Vighetto)
Scaletta
atto definitivo
il primo dio
la notte dell’11 ottobre
seychelles ’81
la citta’ morta
fuoco fatuo
per farcela
dopo che
esercito di santi
altri nomi
sul viking express
qualcosa sulla vita
stagioni
vedute dallo spazio
ororo
alessandro
roffe
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