Roma, Forum Music Village, 14 dicembre 2015
14 dicembre 2015. Sono passati 10 anni dal primo Light of Day, da quando questa incredibile carovana di artisti varcò l’oceano e dal New Jersey approdò in Europa.
Il”Light of Day” oggi è diventato un vero e proprio tour europeo a supporto della lotta al Morbo di Parkinson. Un evento nato in America da Bob Benjamin e che vede Bruce Springsteen come uno dei suoi piu importanti fautori.
Nel 2005 il tutto accadde dentro le mura trasteverine del Big Mama, ma oggi lo show di chiusura del Tour europeo (Altre 3 date italiane:Torino, Cantù, Muggia) si terrà in una sala di registrazione storica, il Forum Music Village dove hanno registrato molti fra i più grandi musicisti del mondo. Quincy Jones, Red Hot Chili Peppers, Morrisey, Bakalov, etc… Qui Ennio Morricone ha registrato gran parte delle sue colonne sonore tra cui “C’era una volta in America”. Insomma un luogo magico, dove si respira un’aria e un’atmosfera incredibile.
Abbiamo l’onore noi Mardi Gras di essere la band di apertura di questa speciale line up, una line up tutta americana con vecchi e nuovi E Streeters di Bruce Springsteen (Jake Clemons, ora sassofonista della E Street Band nipote dello scomparso Clarence, il Big Man tanto amato, Eddie Manion degli E Street Horns, Vini Lopez primo batterista della E Street Band e membro assieme a loro della Rock n Roll Hall of Fame), più Rob Dye e Joe D’Urso (grande anima del Light of Day, essendo il tour manager) grandi artisti sempre dal New Jersey. Condisce il tutto Peppe Voltarelli ex Parto delle Nuvole Pesanti e tra l’altro anche Premio Tenco.Il tutto coordinato e organizzato dalla grande energia di Teresa e Antonio Zirilli, il quale si esibirà assieme agli Americans nel main set.
Arrivando di primo pomeriggio al Forum, non si può che immergersi nei corridoi e nelle sale del Forum Music Village, e il tutto mi riporta all esperienza con la quale ho aperto l’anno, girovagare per gli Studi di Abbey Road di Londra trovandomi dove i Beatles avevano inciso tutto il loro repertorio. Il tutto mentre al piano di sopra masterizzavamo il nostro ultimo cd “Playground”.
Noto che gli studi sono stati inaugurati nel 1969 (campeggiano le foto di Alberto Sordi alla festa di inaugurazione) e anche “Abbey Road” dei Beatles è uscito nel 1969. Io sono nato nel 1969 dunque il cerchio si chiude e rende il tutto più magico e suggestivo per me. Il corridoio che porta alla sala dove suoneremo vede un grande murales dove tutti gli artisti e i direttori d’orchestra hanno lasciato un ricordo del loro passaggio, si va da Morrissey a Bob Ezrin, ai Red Hot Chili Peppers a Bon Jovi, fino a Jovanotti e una dedica accuratissima e speciale di Morricone stesso.
Un posto speciale che presto si trasformerà in un club dove tanto amore e rock n roll verrà liberato nell’aria per una causa molto importante, di certo i sold out delle date precedenti mettono tutti di buon umore. Il palco del Forum viene piano piano riempito di strumenti e via via arrivano Peppe e tutti gli Americans come li chiamiamo. Mostro a Jake Clemons il posto, gli illustro un po la storia di questo studio e Jake subito si emoziona e si incuriosisce a vedere le foto, le dediche, fino a mettersi a suonare un Harspichord che è proprio fuori la sala principale.
La prima cosa che noto, e che mi conferma quello che già ho percepito in tante altre situazioni, è l’aria rilassata e tranquilla che questi grandi musicisti hanno, la loro grande calma, gentilezza, e disponibilità. E’ sicuramente uno dei fattori che rendono i grandi appunto grandi.
Nessuna concessione a ego fuori misura o richieste particolari. (Solo Vini Lopez fa impazzire un po’ il soundman perché, nonostante dei feedback, vuole sul palco di non esser messo troppo indietro con la sua postazione e vuole che il suo microfono deve rimanere sempre on).
Eddie Manion aggeggia con il suo mac, per le basi sulle quali suonerà il suo “Nightlife”, Jake prova sia i brani con la sua acustica, sia con il suo sassofono. Peppe ci racconta tutta la sua vita post Parto delle Nuvole Pesanti (Come Mardi Gras aprimmo per il Parto qualche secolo fa all’allora Alpheus di Roma per Marte Live) e raccontandosi si intravede una persona piena di storie da raccontare, di vita, viaggi, esperienze belle piene, una persona che pare apparentemente lontana dagli Americans, ma che poi si dimostrerà assolutamente a casa anche parlando in italiano o in dialetto calabrese.
Sul palco aleggiano sorrisi, tutti sono collaborativi, Joe e Rob sistemano tutti i dettagli dell’esibizione, Antonio Zirilli è sempre sul palco per aiutare, anche perché alla fine il Forum rimane uno studio di registrazione, e non un live club.
Finiamo il soundcheck proprio a ridosso dell’entrata del pubblico.
Noi ci esibiremo in trio, 2 chitarre acustiche e basso. Amiamo la versione acustica dei Mardies, ed è la prima volta che ci esibiamo in questa formazione. E’ bello avere sempre diverse possibilità d’espressione, rende tutto più interessante per noi stessi e, speriamo, per l’audience.
Un emozionato Antonio Zirilli ci presenta e sta a noi introdurre il “Light of Day 2015” a Roma, sta a noi rompere il ghiaccio. Siamo emozionati si, ma la musica la fa da padrona e “Ballad of Love”, “Another Place” e “Road Song” arrivano bene al pubblico che sia sul palco che quando scendiamo ci fa sentire il suo apprezzamento .
Dopo ecco il bel rock roll set di Antonio Zirilli dove spiccano “No mercy”, “Growin up” e “Mountain of love” con Vini Lopez
Dopo di che si entra nel vivo del “Light of Day” con l’arrivo degli Americans sul palco e tutti si alternano con i loro brani e i loro brani strumentali.
Eddie Manion ci fa alzare in piedi per salutare le vittime di Parigi e poi accenna “Amazing Grace” con il suo sax. La stessa cosa che fece Jake Clemons nel suo home concert romano che accadde proprio l’11 settembre 2014.
Sul palco il tutto si svolge come un songwriter circle, tutti si alternano al microfono e tutti suonano con tutti, in un infinita jam dove spicca l’inno “One Guitar” di Willie Nile, (spesso suonata da Nile con Springsteen) e stasera cantata da Joe D’Urso e da tutto il Forum (Willie Nile è presente in spirito al Lod avendo mandato un video messaggio dagli Usa)
Tra storie dove spiccano ricordi di Danny Federici e Clarence Clemons, indimenticabili figure della E Street Band di Springsteen, si arriva al grande finale dove la classica “Santa Claus is comin to town” è guidata dallo scintillante sax di Eddie Manion, seguono “Light of day”,ovviamente, e una “Twist and Shout” esplosiva con tutto il pubblico sotto il palco e noi a cantare su abbracciati con un grandissimo senso di condivisione, uniti dalla musica, dalla sua forza e energia, consapevoli si che quello che stiamo ottenendo è una goccia in un oceano vastissimo, ma questa goccia ci fa stare bene, ci riscalda il cuore e ci da la forza per arrivare al prossimo “Light of Day” sempre con la speranza che ciò non accada. Questa si che sarebbe una grandissima notizia. Ci potremmo cosi ritrovare magari solamente per suonare con gioia ancora maggiore per aver centrato un obiettivo imprenscindibile.
Racconto di Fabrizio Fontanelli
Foto di Steve Bisgrove