Roma, Teatro Studio Gianni Borgna – 10 novembre 2021
In un Teatro Studio stipato come ai vecchi tempi, arriva Lakecia, preceduta dalla band alla quale lascia il compito di partire con la musica: sicura, quasi spavalda ma dall’incedere elegante. Quando imbraccia il contralto si scatena, travolta da un impeto e da un’energia che si propaga istantaneamente nella sala, che l’accoglie con calore e attenzione. Saranno novanta minuti davvero intensi e coinvolgenti, inframezzati da brevi ma divertite e divertenti parentesi in cui la newyorchese Benjamin, oltre a introdurre più e più volte i suoi pregevoli compagni di palcoscenico- Taber Gable, piano/Ivan Taylor, bass/Ej Strickland, drums- racconta che è la prima volta che suona a Roma da bandleader, cosa che la riempie di gioia e gratitudine dopo le difficoltà di questi mesi, nel corso dei quali molti suoi familiari sono venuti a mancare a causa del covid. L’amore per la musica di John e Alice Coltrane l’ha spinta a pubblicare nel 2020 l’ottimo Pursuance: The Coltranes che costituisce l’ossatura della scaletta della serata composta da riletture di Liberia, My Favorite Things con chiusura d’obbligo col capolavoro A Love Supreme, con grande rispetto della tradizione ma con un taglio aggiornato e attualizzato che rende tutto molto fresco e spumeggiante.
Il Sound di New York, come recita il titolo di un’interessante serie di documentari in onda in questi giorni su Sky Arte, sa aggiornarsi e contaminarsi, come d’altronde è sempre accaduto e sempre accadrà. La nuova generazione di jazzisti della Grande Mela, capeggiati da Lakecia Benjamin e dal trombettista Theo Crocker che l’ha preceduta qui a Roma per un altro ottimo live sempre nell’ambito del Roma Jazz Festival, dimostrano per l’ennesima volta che la buona musica non vuole barriere, etichette e confini e che continua a salvarci grazie al supremo amore che esprime, quando raggiunge questi livelli.
recensione di Fabrizio Forno
foto di Mario Coppola
grazie a GDG Press
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