Jake Clemons House Concert Roma 11 settembre 2014
Non c’è cosa piu emozionante e viva che quella di vedere un’artista, uno scrittore, un poeta o chi volete voi, a pochi passi dal tuo cuore, non c’è cosa che ci possa rendere più partecipi a una vita di un altra persona che sentirlo respirare a pochi passi da noi,cosi vicino alla nostra anima per coglierne ogni attimo e ogni venatura.
Certo, si potrebbe sempre obiettare che ogni artista è in fondo una maschera, che quella che indossa in nostra compagnia sia sempre quella non veritiera e mistificatoria.
Ma nel caso di Jake Clemons, nipote del Big Man Clarence Clemons, una vita a fianco di Bruce Springsteen, siamo di fronte ad un Little Big Man emozionato e emozionante, umile e con una grande voglia di conversazione con chi lo conosce solo per il suo recente ingresso nella E Street Band, dove ha raccolto con grazia un grande fardello.
Conoscevo già Jake Clemons per la sua carriera solista, le sue frequenti ospitate con Glen Hansard, e avevo predetto il suo ingresso nella E Street Band poche settimane prima dell’annuncio di Bruce.
E vederlo appunto scegliere di fare un tour di House Concerts proprio per appropriarsi del suo pubblico, rende la misura del suo percorso e della sua vita umana e artistica.
Siamo in una bella villa di Roma Nord messa a disposizione da una Springstiniana di Ferro come Sara Tersetti, un’ottima padrona di casa che ha saputo organizzare questo happening in modo impeccabile e con grande rispetto e amore verso Jake Clemons che dopo Torino e Trieste ci viene a trovare per l’ultima data di questo mini tour italiano.
La sala è stracolma e Jake quasi a fatica si appropria del suo spazio. Si respira aria di casa, familiarità, è come se Jake fosse parte della nostra famiglia, un cugino che è tornato da vari giri per il mondo e ci racconta cosa ha visto, e cosa sta facendo, rimettendoci a paro con la sua assenza.
Jake imbraccia il suo sax e visto che oggi è l’11 settembre, fa risuonare una “Amazing Grace” commovente.
Siamo tutti seduti attorno a lui, come un forte abbraccio, e lui ricambia con la sua voce bassa, emozionata.
E’ visibilmente felice di questa accoglienza, mettendo piu volte il punto sul suo bisogno di conversazione con l’audience, e tra un brano e l’altro della sua carriera solista, non lesina racconti di vita facendoci entrare con grazia e un senso di pace negli ultimi giorni di vita di Clarence Clemons, e del suo percorso di vita quando ha raccolto il suo testimone per poi girare il mondo con la E Street Band.
Ma Jake ha anche fatto uscire due ep molto interessanti come “It’s on” e “Embracing Light” e oggi li presenta in acustico, chitarra e voce, Jake non è un grande cantante, ma canta con passione, dolcezza, sa coinvolgere il suo pubblico con il suo atteggiamento da Busker, cita Van Morrison, rilegge il grande libro delle ballad americane, fa una sua versione di “Wonderwall” degli Oasis, e sopratutto sa portarti in qualche posto, affermandosi non solo come il nipote del Big Man o il sassofonista di Bruce, ma anche come songwriter di qualità.
Momenti da raccontare del set,per quanto mi riguarda, è stato vedere Jake suonare la mia Takamine, visto che ha fatto saltare una corda della sua, e vederlo jammare con Antonio Zirilli rocker romano sempre al fianco di artisti della Jersey Shore e non solo.
Una conversazione con l’audience non solo a parole, ma anche musicale, senza filtri, ma solo con grandi sorrisi e semplicità.
La serata finisce con un bel bagno di folla, cd venduti, abbracci, racconti, e tonnellate di selfies e scatti con Jake che non si risparmia, firma vinili di Bruce, racconta storie, e si intrattiene fino a notte fonda suonando ancora per pochi intimi.
Ogni artista credo si debba misurare con notti come questa, che avvicinano alla musica vera, quella suonata per esigenza personale e non per meri calcoli, facendoci conoscere anche il cuore pulsante dell artista.
Come recita l’ultima canzone del set di Jake “You re a friend of mine” (Jackson Browne/Clarence Clemons) e questa sera eravamo tutti amici e parenti di Jake.
Jake Clemons Embracing Light
E siamo stati fortunati alla fine dell’House Concert di prendere un cd di Jake, il suo secondo ep “Embracing Light”.
Scorrono piacevolmente “Song for Hope”, “You must be crazy” “Without” punti focali anche del suo house concert, la splendida “Embracing light”, “Carry me through” e anche il dischetto conferma le impressioni del suo live set. Brani semplici, onesti, che puntono dritti al cuore, senza fronzoli nel nome del songwriting di classe.
Un artista puro da seguire con interesse, simpatia per ulteriori conversazioni musicali e di vita.
Live Report Fabrizio Fontanelli
Foto di Monica Gabellieri