Roma, Circolo degli Artisti 23 settembre 2009
“Bitte Orca is one of the more purely enjoyable indie-rock records in an awfully long time; remarkable by any means…”
Pitchfork
Con queste premesse ci troviamo al Circolo degli Artisti per inaugurare la stagione del rock club capitolino piu interessante e poliedrico.
Sappiamo ben poco di questo sestetto americano, non abbiamo reali punti di riferimento così siamo pronti a scoprire in che dimensione sonora ci porteranno David Longstreth & co.
Qualcuno scrisse a ragione che la loro musica è un totem sonoro, un post punk mischiato a un rock n roll frenetico, con David Byrne e i suoi Talking Heads che mostrano la via.
Le voci di Angel, Amber e Haley si alternano a quella di David per portarci in un’avanguardia sonora che il pubblico gradisce, ballando queste trame profonde dove nulla è scontato e aperture improvvise danno cambi di direzione mai banali.
Gran parte della scaletta attinge all’ultimo album, Bitte Orca (Domino Records, 2009), ma non mancano richiami ai numerosi lavori precedenti, collezionati a partire dal 2002.
Durante il concerto brani più delicati e acustici come ‘Two Doves’ si alternano ad altri vagamente soul -ne sono un esempio ‘Fluorescent Half Dome’ e ‘Stillness Is The Move’- e ad altri più ritmici e vivaci, su tutti ‘Temecula Sunrise’.
Differenti panorami musicali scorrono via come da un finestrino di un treno in corsa, tutti ugualmente belli, tutti parte dello stesso unico viaggio. L’atmosfera sul palco si trasforma insomma di continuo, senza mai creare fratture tra i passaggi, senza mai perdere d’intensità.
E’ bello vedere come nello stesso concerto ci siano accenni folk, porzioni country, trame lo-fi e tocchi di batteria alla Jason Bonham. Direi che non ci siamo fatti mancare davvero nulla in questa serata. Affrontando i nostri di Brooklyn con un grande punto interrogativo misto a una vivace curiosità, ci siamo ritrovati sballottati in un caleidoscopio sonoro vivace, sghembo e frenetico.. un bel calcio d’avvio per una stagione indoor tutta da gustare.
Recensione by Fabrizio Fontanelli & Rosa Paolicelli
Foto di Rosa Paolicelli
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