Perugia, Umbria jazz, Young jazz, Palazzo della Penna, 20 luglio 2014
Strepitoso! Devo ammettere che sono di parte, Colin Stetson è uno dei miei sassofonisti preferiti, e il concerto combacia con l’assiduo ascolto della sua musica. Ma è fuori di dubbio che ci troviamo davanti a un musicista eccezionale, uno dei pochi che ha avuto la capacità di trovare una propria strada fuori dai linguaggi convenzionali della musica jazz e dell’avanguardia. La ricerca di nuove timbriche e nuove sonorità sono la base della musica di Colin Stetson.
Il concerto di Umbria jazz mi da l’occasione di vederlo finalmente dal vivo e di apprezzare fino in fondo l’incredibile tecnica che ha con lo strumento, la respirazione circolare gli consente un’emissione continua e quindi la possibilità di esplorare infinite soluzioni tecniche. Contemporaneamente al flusso sonoro del sax si sovrappongono con maestria i suoni di gola, di diaframma e l’uso delle chiavi dello strumento come percussione, il tutto filtrato attraverso effetti elettronici. Il risultato è un linguaggio nuovo, molto fisico, in cui i suoni vibrano rabbiosi, ossessivi, su dei giri armonici di base ipnotici. Contrariamente a quanto può sembrare all’ascolto, non c’è nulla di improvvisato, è il risultato di una continua ricerca, sono vere e proprie composizioni. Il live è incentrato sulla trilogia “New History Warfare” spina dorsale della sua produzione discografica e del suo percorso creativo. C’è un qualcosa di arcano nella musica di Stetson, si ha la sensazione di conoscerla già, come una memoria prenatale, ma allo stesso tempo ci colpisce per la sua novità. Il suo grido sofferto, disperato viene da lontano, da suoni ancestrali, la musica sembra generata dal caos, presa dai suoi elementi che fluttuano liberi e per questo dissonante, che sorprende per come riesca a trasmettere a chi ascolta un’ emozione così forte da lasciare quasi increduli.
Recensione e foto live di Giulio