Nov 022010
 

Roma, The Place, 26 ottobre 2010

★★★☆☆

Li avevamo lasciati sull’immenso palco della Cavea dell’Auditorium, stretti tra loro quasi a volersi spalleggiare ma per nulla intimoriti dall’imponenza dell’anfiteatro che li fronteggiava apparentemente minaccioso; li ritroviamo in un’atmosfera molto più intima e raccolta, nel salotto buono della musica d’autore di Roma.
Sono passati poco più di due anni dall’esordio su CD dei Caraserena e da quel concerto di luglio ed i terribili fratelli Trentalance sono cresciuti. Cambio di batterista, con l’ottimo Roberto Sabbi a rimpiazzare Carlo Balestreri che ha (saggiamente) scelto di far crescere la figliolanza in Olanda, un pugno di nuove canzoni sempre all’insegna di un mèlange tra (auto)ironia e ricercatezza nei suoni e nella costruzione delle armonie. Intatto è rimasto il gusto di fare le cose seriamente senza prendersi troppo sul serio: ironia senza banalità, sarcasmo senza volgarità, rigore senza noia. Certamente molto più rilassati e disinvolti rispetto alla Cavea, perfettamente a proprio agio nell’offrirsi e presentare i propri brani, i Caraserena hanno proposto alcune novità (‘Camminare’, l’ironica ‘Brucia l’Universo’ che si fa beffa di tanta paccottiglia musicale mascherata dietro l’etichetta ‘inde rock’) un pezzo già apprezzato in TV dalla Dandini (‘Caffè’, ovvero il cruccio di comporre versi per canzoni), l’omaggio alla musica da Pub de ‘L’Avventore’ ed ovviamente i brani più noti ed apprezzati di ‘Ricordarsi di Annaffiare’, ovvero l’intimistica ‘Il tempo di ora’ e l’accoppiata effervescente del brano d’apertura ‘La certezza delle cose’ e de ‘L’implicazione molecolare’, forse il brano migliore di tutta la serata. Si tratta di piccoli e sofisticati congegni ad orologeria, pronti a scattare con guizzi creativi ed impasti vocali originali ed efficaci.
Affiatamento, ottima tecnica musicale evidente anche se non ostentata e sempre funzionale, testi curati che bilanciano il gusto per il nonsense a riflessioni più profonde sulla coppia o sulla società, ma sempre insaporite col gusto dell’irrisione e del dileggio. Il vero e più nobile senso delle parole ‘Musica Leggera’ è racchiuso nelle canzoni della band romana, in cui non è difficile trovare in Rino Gaetano un illustre progenitore. Non è mancato il momento antemico della serata, ovvero il lungo tormentone finale del ritornello di ‘Ricatti Esistenziali’, sigla di chiusura prima del bis, l’ennesimo esercizio di stile de ‘La notte che inventarono il T9’ che ha chiuso degnamente lo show. La scaletta andrebbe a nostro avviso impolpata con qualche brano in più per renderla più corposa e consistente; siamo convinti che quando il secondo album attualmente in lavorazione sarà pronto, i Caraserena sapranno mantenere le attuali incoraggianti promesse e superare brillantemente l’esame di ‘maturità artistica’ al quale si stanno preparando ormai da svariati anni.

Recensione e foto di Fabrizio

Scaletta:

La certezza delle cose
Ritardatario
Caffè
Il tempo di ora
L’implicazione molecolare
Camminare
Brucia l’universo
Quando sei partita
L’avventore
Ricatti esistenziali

La notte che inventarono il T9

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