Pino Marino & The Bluemotion Band, Roma Angelo Mai, 24 Luglio 2014
Anvedi ecco Marino recita un vecchio adagio, mai cosi in voga ora presso la popolazione romana, che vive un rapporto alquanto conflittuale con il proprio sindaco Ignazio (Marino).
E questo rapporto conflittuale proprio in questo lembo di terra si sublima, viste le lotte in corso in città riguardo gli spazi occupati di valenza culturale che cercano di vivere, produrre e resistere a un omologazione incombente che nella nostra Città di Roma vige da troppo tempo. Angelo Mai, Cinema Volturno, Teatro Valle, Cinema America, sono tanti gli spazi sotto la lente di ingrandimento e che vivono con la paura di sgombri, il dibattito è aperto in città e nel Paese e si incastra poi con tutte le problematiche che tanti organizzatori locali vivono nel programmare Festival di Musica indipendente che il piu delle volte vengono falcidiati dalle autorità locali (non ultimo l’interessantissimo Radar di Padova).
Uno degli animi che piu si è dato da fare per cercare di resistere a queste spinte di omologazione ponendo il centro dell’attenzione sul ruolo culturale dell’Angelo Mai, sulla sua produzione musicale, teatrale e pedagogica è Pino Marino, fresco vincitore del Premio Lunezia con “L’acqua e la Pazienza”(e siamo a quota 2 premi Lunezia).
Pino è una delle firme più valide e più interessanti del nostro panorama musicale, un abile tessitore di storie e parole, abile oratore sempre in equilibrio tra introspezione, a volte sottile irriverenza e sempre con una poesia rara e mai banale.
Consiglio sempre a tutti di acquistare o ascoltare i suoi tre cd “Dispari” “Non bastano i fiori” e “Acqua Luce e gas” e aprire le porte ai suoi piccoli grandi racconti dove troviamo conforto e una goccia di sollievo in questi tempi dispari appunto.
E dopo averlo visto live durante gli anni in tutte le formazioni possibili (dal Pino Marino trio con Fabrizio Fratepietro alla batteria e Pino Pecorelli, ora nell’Orchestra di Piazza Vittorio al contrabbasso, dal suo sodalizio molto forte con Andrea Pesce, ai suoi tanti one man show per pianoforte e alla chitarra uno su tutti il suo solo show per la Slowfesta “AromadeRoma”), ecco per questa sera un Pino in formazione big band, addirittura sette musicisti posti in circolo nel gran bel spazio dell’Angelo Mai.
Noto subito un ottimo responso di pubblico che si colloca avvolgendo tutti i musicisti creando un atmsofera conviviale e di grande energia.
Un energia che la Blue Motion Band fa sua e riversa su di noi a sua volta, seguendo Pino sublimando i suoi brani come mai avevo visto in precedenza accadere. Il graditissimo ritorno di Fabrizio Fratepietro allo xilofono e ai cori, il violino incredibile di Andrea Ruggiero, Angelo Maria Santisi al violoncello, Andrea Pesce al moog, tastiere, Cristiano “Defa” De Fabritiis alla batteria Angelo Maria Santise e Gabriele Lazzarotti al basso seguono Pino in questo splendido excursus dei suoi tre album succitati e in qualche nuova composizione che ci fa pregustare un album di notevole fattura che speriamo veda la luce entro l’anno.
Scorrono cosi, tra le altre, “Centrifuga e Risciacquo”, “L’acqua e la pazienza”, “I Fiori”, “L’alluvione del 43”, “Lo Strozzino”, “Fatto una volta, fatto per sempre”, “Notti ai lupi”, “Io resto qui”, “L’isola”, “Meglio che niente”, “Ciao ciao Buona Fortuna”.
Un grande happening sonoro, una serata magica che riporta al centro dell’attenzione (ma non se ne era mai andato) uno scrittore di vita unico, prezioso, e che merita un ascolto approfondito, a cuore aperto, tra le pieghe di questi tempi veloci e famelici, un oasi di poesia alla quale tornare soventi e a cuore aperto.
Recensione di Fabrizio Fontanelli
Fotografie Melania Stricchiolo