Roma, Circolo degli Artisti, 20 Novembre 2010
Chi l’ha detto che certe sonorità indie, un po’ rock un po’ malinconicamente pop, con testi in inglese ed irresistibili venature psichedeliche, non possano essere italiane?! Arrivano direttamente da Agropoli (Salerno) gli A Toys Orchestra. E provate ad ascoltarli senza pregiudizi, senza tener conto della loro età, perché giovani sì ma non certo sprovveduti, anzi. Non più una rivelazione, in effetti, considerando che sono ormai alla pubblicazione del loro quarto album ‘Midnight Talks’ (Urtovox, 2010) e di date live ne hanno collezionate a centinaia. Non una novità quindi, ma una conferma ulteriore, dopo il successo conclamato di ‘Technicolor Dreams’ (Urtovox, 2007) prodotto da Dustin O’Halloran dei Devics. Già a maggio la capitale li aveva ospitati con il loro ‘Midnight Talks Tour’, sul palco del Circolo degli Artisti. Ma a volte si sa, repetita juvant. E così eccoli qui un’altra volta, stessa location, stesso entusiasmo di starli ad ascoltare, stessa sala gremita e in trepidante attesa. Arrivano senza supporter, in 5, più carichi che mai. Chè poi te ne accorgi, lo percepisci subito quando c’è sintonia tra chi suona e già senti che sarà un bel concerto. Lo vedi dagli sguardi complici, dai sorrisi che si scambiano, le parole che nel frastuono si sussurrano tra loro. Si inizia con ‘Mystical Mistake’, dall’ultimo album, con tutta la grinta possibile. Un buon attacco, chè si capisca da subito quali sono le intenzioni e gli umori sul palco. Enzo Moretto, voce e molto altro, con il suo inconfondibile cappellino da baseball, si scatena senza riserve. Sul palco di continuo si assiste ad uno scambio di strumenti entusiasmante. Moretto lascia la chitarra per le tastiere molto spesso, e a rotazione anche gli altri si scambiano basso, tastiere e chitarr
e quasi fosse un gioco. E intanto pezzi come ‘Red Alert’ e ‘Summer’ scorrono via piacevolissimi, in bilico tra ritmo coinvolgente e melodie che ti si insinuano nella testa, su arrangiamenti splenidamente architettati, corposi e complessi. Poi è la volta di ‘Peter Pan Syndrome’, singolo tratto dal più datato album ‘Cuckoo Boohoo’ (Urtovox, 2003), il cui pluripremiato videoclip aveva riscosso all’epoca parecchi successi. E, neanche a dirlo, ai primi accordi l’ovazione che esplode tra il pubblico dimostra come il brano fosse stato tanto atteso. Con ‘The Day of the Bluff’ ci regalano poi un piccolo condensato di tristezza, minuti col fiato sospeso a contare gocce di pioggia. Con la voce di Ilaria D’Angelis, appena sussurrata, a tratti incerta, impercettibile eppure così perfetta per queste atmosfere rarefatte, autunnali. Ma i ritmi si fanno più scanditi e meno tetri con pezzi come ‘Cornice Dance’ e ‘Celentano’, che per altro viene riproposta nel bis in una veste tutte nuova: piace e convince anche cantata in italiano. Grandiosa, a fin dei conti, l’esibizione di questa banda partenopea, al limite tra riff di tastiere, coretti raffinati, synth pop e degenerazioni di chitarre distorte. Una splendida conferma, per una band che già in passato aveva dimostrato di avere tutte le carte in regola per andare avanti a testa alta. Ok, fin qui si è giocato.. ma ora, a dispetto del nome, basta. In fondo questo è un gruppo che ha originalità da vendere, creatività, bravura. Un gruppo a cui, urliamolo forte, non sembra manchi proprio niente per affermarsi e godersi un po’ più di (meritatissima) popolarità.
Recensione e foto di Rosa Paolicelli
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2 Responses to “..A Toys Orchestra, ora basta giocare”
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Ciao Rosa, ottima recensione grazie alla quale sono andato a sentire gli album da te citati. hanno confermato l’impressione ottima chemi hanno dato dal vivo. hai ragione un ottimo gruppo.
ciao grazie mauro
Ciao Mauro, grazie a te!