È uscito per Oltre le Mura Records il primo album di Angela Cicchetti e Ivan Imperiale, i Settembre, un riuscitissimo disco raffinato che si muove con estrema fluidità e classe tra cantautorato italiano di qualità, ritmi bossanova e jazz, ma anche qualche cenno lisergico che non guasta mai. Li abbiamo incontrati!
Ciao ai Settembre e benvenuti su Slowcult!Un anno fa ci conoscevamo in quel di Sanremo, e tante cose sono avvenute, raccontateci l inizio del vostro percorso umano e sonoro
Ci siamo conosciuti per caso ad un concerto a Roma al vecchio Circolo degli artisti e poi da lì siamo finiti a Londra, dove abbiamo vissuto per vari anni suonando insieme classici italiani riarrangiati alla nostra maniera, chitarra classica e voce. Londra è stata una gran bella esperienza e ci ha fatto crescere molto come musicisti.
Due anni fa abbiamo deciso di tornare in Italia e ci siamo stabiliti in una casa di campagna in un piccolo paese in provincia di Salerno che si chiama Teggiano. Un cambio di scenario che ha ispirato tutto l’album “Grattacieli di Basilico”.
Il vostro primo album “Grattacieli di Basilico” è stato accolto molto bene da pubblico e critica, un sapiente incrocio tra musica italiana, bossanova, un album molto raffinato e molto ben suonato. Presumo che come primo album sia la somma delle vostre influenze e esperienze. Da dove vengono queste canzoni?
Già a Londra avevamo fatto convivere la nostra passione per la musica brasiliana con il cantautorato italiano. Grattacieli di Basilico è la naturale evoluzione di questo percorso. Ci sono richiami alla bossa nova, al jazz, ma anche momenti di grandi orchestrazioni che definirei quasi psichedeliche come il finale del disco che si chiude con un lunghissimo intreccio ipnotico di chitarre lapsteel e di cori riverberati. È una chiusura intensa perché Le Tue Camicie è un brano dedicato al padre di Angela che era un sassofonista e che purtroppo ci ha lasciati quando lei era solo una ragazzina. Tutte le canzoni del disco sono fortemente autobiografiche.
Come avete affrontato questo lungo periodo dove abbiamo tutti sofferto il contatto con il pubblico? Avete fatto in ogni caso molta promozione
Abbiamo costruito un piccolo studio di registrazione qui da noi e ci siamo messi a lavorare sodo per terminare il disco. È stato un modo per non pensare a quello che succedeva intorno a noi e per non farci sopraffare dalla tristezza. Il nostro come altri è un settore che è stato spazzato via quasi interamente. Grazie al supporto di tanta gente che ci segue e ci vuole bene abbiamo realizzato una campagna di crowdfunding che ha avuto molto successo e con cui abbiamo finanziato la stampa di CD e vinili e la promozione che sta andandando molto bene devo dire, il nostro singolo Giugno è stato messo in rotazione su Radio Rai per vari mesi e Red Ronnie ci ha invitati a suonare al Barone Rosso. Inoltre il disco è stato inserito nella lista dei 10 migliori album campani del 2020 di Shockwave Magazine. Per noi sono dei grandi risultati ma la cosa più importante è che siamo contenti di quello che abbiamo realizzato musicalmente.
Da Londra siete tornati a vivere in Italia, e ora? Altre destinazioni? Sia reali che immaginifiche?
Siamo entrambi degli avventurieri e sempre in cerca di nuove sfide. Adesso siamo iscritti al Conservatorio Jazz di Salerno e vogliamo terminare gli studi, poi si vedrà. La fortuna di lavorare ad un progetto insieme è che possiamo spostarci senza troppi problemi, ci basta una chitarra ed un microfono ed il resto viene da sé. Intanto per non fermarci stiamo già lavorando al nuovo disco!
Grazie
Grazie a voi di Slowcult!