Giovanni Palombo: Retablo
(2015 Acoustic Music Records – distr. Rough Trade)
Talento, virtuosismo mai esasperato, gusto, melodia. Quattro sostantivi che raccontano la carriera artistica di Giovanni Palombo, chitarrista eccelso sia nelle prove soliste che nelle varie formazioni in cui negli anni si è fatto apprezzare dai tempi remoti di Albacustica fino al presente con il quartetto i Camera Ensamble, insieme, tra gli altri, a Gabriele Coen.
Il titolo dell’album si ispira all’omonimo libro di Vincenzo Consolo, ed è una parola spagnola che, come spiega il chitarrista, indica le pale di altare, dittici, trittici e polittici, che contengono dipinti diversi ma storie tra loro correlate. Idea che evidentemente lega le nove tracce che compongono questo album, in cui si alternano brani eseguiti da solo ad altri in collaborazione con altri valenti musicisti come Peter Finger (che ha anche coprodotto il disco), Claus Boesser-Ferrari, Luis Borda, Khyam Allami ed il grande Michael Manring della scuderia Windham Hill, al basso fretless.
Tra i brani più intensi e che meglio spiegano la cifra artistica di Palombo, ci piace segnalare il brano d’apertura Anna e Maurizio, in cui il dialogo tra due chitarre parte dal flamenco per approdare, tra armonici e fingerstyle, ad una romantica ballata mediterranea. Altro brano che emerge è Halleluyah, un blues effervescente e pirotecnico che esalta le capacità dell’autore senza mai scadere nel funambolismo. C’è lo spazio per una bella cover di Good-bye Pork Pie Hat ed un omaggio a Paco de Lucia. Atmosfere World nel bel duetto live Oud-Chitarra di Oud Rendez-vous precedono il brano che chiude la raccolta, che porta il titolo dell’album e che non mancheremo di apprezzare nel corso dell’imminente concerto del prossimo 11 marzo, in cui l’artista presenterà il disco presso il suggestivo spazio della chiesa Valdese di Piazza Cavour a Roma. Un evento targato slowcult che consigliamo vivamente in una location dall’eccellente acustica che esalterà i suoni prodotti dalla maestria di Palombo.
recensione di Fabrizio Forno