Avevamo lasciato la BandaJorona qualche anno fa, incrociando Bianca Giovannini sopra e sotto i palchi di alcune slowfeste, dopo averne raccolto riflessioni e considerazioni in una corposa intervista rilasciata al nostro Giulio Crestini. In occasione del lancio della campagna di crowdfunding per la produzione e la realizzazione di “Io so’ me“, nuovo album di inediti, il terzo della Banda, abbiamo piacevolmente conversato con Bianca del nuovo progetto.
Slowcult.:Parliamo dell’intervallo tra il precedente ‘Mettece Sopra’ e il prossimo ‘Io So’ Me”: cinque anni sono tanti, seppure non una novità nel vostro percorso artistico, visto che la Banda esiste dal 2001 ed i CD pubblicati prima di questo sono solo due…
Bianca:La libertà di movimento che ho/abbiamo sempre imposto al nostro racconto musicale si esprime anche nella volontà di non sentirsi costretti a rispettare scadenze imposte dall’alto, ovvero pubblicare lavori con regolarità in nome di una visibilità a tutti i costi o nel rispetto di alcune leggi di mercato non scritte ma tacitamente accettate da molti. Per noi sono fondamentali coerenza e contenuti, pertanto abbiamo scelto di prenderci tutto il tempo necessario per arrivare ad una raccolta di brani che fosse davvero l’espressione di quanto da noi davvero sentito e ritenuto significativo. Questa scelta ha comportato a volte l’aver perso delle occasioni e opportunità. Spesso, di fronte ad alcune decisioni che sembravano inevitabili ci siamo fermati un attimo e la frase che sorgeva spontanea dalle labbra è stata “Ma anche no”, con un conseguente senso di liberazione e di sollievo che stava a significare che non importa rincorrere pubblico e affannarsi ad imporre i tempi della creatività e della produzione artistica. E’ una scelta non sempre facile ma della quale siamo fondamentalmente soddisfatti. C’è poi da dire che ci è voluto per me del tempo per riuscire a far crescere la convinzione che le canzoni che stavo componendo fossero realmente valide ed all’altezza del repertorio precedente. In questo, un ruolo fondamentale lo ha avuto Desirèe Infascelli, con cui si è stabilita un’alchimia ed una complicità che ha reso il processo creativo molto più consapevole e consistente.
S.: A parte il titolo, cosa ci puoi anticipare dell’album che sta nascendo?
B.: Sarà un album in cui sorprendentemente saranno presenti alcuni brani elettronici, senza che questa scelta sonora snaturi la nostra matrice musicale. Ci sarà anche un inusuale brano in lingua inglese, dedicato al mio cane purtroppo scomparso; nonostante gli sforzi per tradurlo in italiano, il risultato suonava sempre un po’ retorico e stucchevole, quindi ho preferito lasciarlo in inglese, così come era uscito fuori Un altro brano, che si chiama ‘La signora del quinto quarto’ è nato grazie alla collaborazione con un misterioso amico mago dei fornelli di cui non faccio il nome, così come non rivelerò gli ospiti che collaboreranno al disco…In passato come ricordi abbiamo avuto Giorgio Tirabassi, Remo Remotti, gli Yoyo Mundi e vari altri. Nostri partner (compagni di viaggio, network vero e umano) nel cammino sono Rapsodica, nella persona di Alberto Menenti, presidente e direttore artistico, che si occupa per noi della produzione artistica legata alla comunicazione. Voglio poi ricordare Renoize, nella persona di Gianluca Mattei, mente e braccio nella produzione artistica e in studio, con cui abbiamo già realizzato” I fascismi, ora.”, un brano edito nella Compilation antifa’ “Renoize 10” (Renoize 2016), che comparirà anche nel terzo album della BandaJorona. Altri importanti compagni d’avventura sono gli amici di Rebibbia Jail Cooperative, che si occupa di costruire professionalità in ambito serigrafico per chi si trova in carcere, che firmerà le nostre magliette e felpe con il logo e il “grido di battaglia” del gruppo: “Io so’me”.
S.: Un lavoro davvero polimorfo quindi..la campagna è appena partita e durerà due mesi, giusto?
B.: Grazie al coordinamento di Giuseppe Cacace, dell’ ASFF – As Film Festival, un festival uguale agli altri, però diverso, la cui serata di sabato 16 dicembre al Maxxi rappresenterà la conclusione del processo di crowdfunding, che invece tecnicamente terminerà il 24 dicembre. Loro saranno coinvolti anche nella produzione video.
S:Perchè il crowdfunding?
B.:Innanzitutto per una reale esigenza di finanziamento delle spese per la realizzazione di un nuovo album. Per chi come me ha scelto di vivere solo grazie alla musica in maniera totalmente indipendente non è assolutamente scontato avere a disposizione le cifre necessarie per realizzare al meglio un’opera che non consisiste solo nella registrazione e la produzione, ma la grafica, il packaging, la stampa del supporto digitale, ecc. Anche poter contare su qualche ora in più in sala per poter scegliere con più attenzione e cautela quale sia la migliore esecuzione da utilizzare come traccia definitiva è nolto importante, se non determinante per la buona riuscita di un album. E poi è un’ottima occasione per tirare le somme, vedere quanto siamo seguiti, collegarci anche virtualmente col nostro pubblico ed i nostri sostenitori, verificando quanto il nostro pubblico sia interessato a seguire e supportare le nostre idee.
Non ci resta che augurare i migliori successi per una band le cui scelte musicali ed artistiche sono sempre state molto apprezzate dalla nostra redazione, indicando qui di seguito il link per il crowdfunding.
Intervista di Fabrizio Forno